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È possibile prevedere attraverso delle analisi del sangue quali pazienti infettati dal SARS-CoV-2 hanno più possibilità di manifestare i sintomi della sindrome da Long Covid? Vediamolo insieme in questo studio.
La sindrome Long-Covid-19
La grande parte di tutti i pazienti che sviluppano il COVID-19, causato dall’agente virale SARS-CoV-2, non va incontro a gravi risvolti della malattia e l’infezione decorre in forma piuttosto lieve.
Indipendentemente dalla severità del quadro clinico, è stato osservato che molti pazienti tendono però a manifestare, a distanza di circa 3 mesi dall’infezione, i sintomi post-acuti della malattia, noti come PASC (Post Acute Sequelae of COVID-19).
Questi sintomi, che includono l’affaticamento cronico e la dispnea lieve, sono oggi ricompresi nella definizione della sindrome Long COVID, la quale fa sì che alcuni sintomi persistano per almeno 2 mesi senza spiegazione clinica alternativa.
I sintomi PASC tendono a essere più frequenti nei pazienti ospedalizzati ma si ritiene che possano coinvolgere anche i soggetti che hanno sviluppato la malattia in forma lieve. [1]
Allo stato attuale sono in corso degli studi che mirano a ottenere, con un margine di precisione affidabile, quanti dei pazienti infettati dal SARS-CoV-2 saranno poi destinati a manifestare clinicamente i sintomi a lungo termine della malattia.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio osservazionale longitudinale caso-controllo.
- Luogo: Regno Unito.
- Tipo di pazienti: Operatori sanitari infettati dal SARS-CoV-2.
Scopo dello studio: attraverso alcune analisi del sangue è possibile rilevare chi è a rischio Long Covid?
Gli autori di questo studio osservazionale hanno provato a correlare le variazioni plasmatiche dei pazienti risultati infetti dal SARS-CoV-2 con la manifestazione dei sintomi a lungo termine della malattia, tentandone una previsione.
Risultati: le proteine che segnalano il COVID e lo sviluppo futuro del Long-COVID
Questo studio osservazionale ha preso in esame circa 150 operatori sanitari, dei quali un terzo con infezione laboratoristicamente confermata da SARS-CoV-2 e i restanti due terzi non infetti, che fungevano da controllo.
Tutti i soggetti osservati sono stati sottoposti a prelievo del sangue, da cui è stata campionata un’aliquota di plasma (10 μL) su cui è stata condotta un’analisi generale proteomica, avente come studio la ricerca di proteine della fase acuta, fattori del complemento, apolipoproteine, ecc.¹
I partecipanti sono stati seguiti per un periodo totale di 6 settimane e i risultati dell’osservazione hanno indicato che:
- 12 proteine plasmatiche sono risultate più elevate nel plasma dei soggetti infetti, fino a 6 settimane successive all’esecuzione del tampone faringeo.
- Alcune proteine, come la E-selectina, la catepsina B e la SAA-1, sono risultate correlate a un maggior carico sintomatologico della malattia.
- Altre proteine, come la cistatina C e la calprotectina, sono invece risultate associate a una maggiore persistenza dei sintomi a lungo termine della malattia, riscontrabili fino a 6 settimane successive all’infezione.
Conclusioni: il Long Covid sembra possa essere predetto tramite specifiche analisi del sangue
L’infezione del virus SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, reca delle significative perturbazioni nel proteoma plasmatico dei pazienti risultati infetti, tanto da poter parlare di “firma proteomica”.
La firma proteomica del virus in questione è diversificata e pare che alcune proteine siano efficacemente predittive della persistenza a lungo termine del sintomi della malattia mentre altre siano indicative del carico e della severità dei sintomi stessi.
Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Captur G, Moon JC, Topriceanu C-C et al. Plasma proteomic signature predicts who will get persistent symptoms following SARS-COV-2 infection. eBioMedicine. 2022;85:104293.
[1] Bliddal S, Banasik K, Pedersen OB et al. Acute and persistent symptoms in non-hospitalized PCR-confirmed COVID-19 patients. Sci. Rep. 11, 13153.
Nota 1. Le proteine ricercate hanno anche incluso citochine infiammatorie, componenti delle vie di segnalazione delle interleuchine e molecole coinvolte nella cascata della coagulazione.