In questo interessante studio si è cercato di capire se ci sia una correlazione tra le donne che hanno utilizzato tecniche di PMA e l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Procreazione medicalmente assistita (PMA) e rischio di malattie cardiovascolari
La procreazione medicalmente assistita (PMA), o riproduzione assistita, è l’insieme delle procedure mediche che mirano ad aiutare il concepimento, quando quest’ultimo non può avvenire in maniera fisiologica, neanche con ausili chirurgici.
L’utilizzo della riproduzione assistita è in aumento costante a livello globale: oggigiorno è possibile favorire il concepimento anche ad età della donna più avanzate, nonostante il calo significativo della fertilità.
Le tecniche di PMA comprendono sia procedure poco invasive che mediamente invasive, e generalmente dovrebbe essere incoraggiato il ricorso in prima battuta a quelle più semplici, che rechino meno disagio.
Alcuni studi sembrano suggerire un possibile legame tra lo sviluppo di malattie cardiovascolari e le tecniche di PMA, in quanto queste ultime andrebbero a iperstimolare il tessuto ovarico, portando all’attivazione endoteliale e predisponendo alla trombogenesi. Questa relazione non è però pienamente dimostrata in quanto una precedente malattia cardiovascolare non diagnosticata potrebbe risultare un fattore confondente nello studio di tale binomio patologico.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio di coorte retrospettivo.
- Luogo: Regno Unito e Paesi del Nord Europa.
- Tipo di pazienti: Donne che hanno partorito facendo ricorso a tecniche di riproduzione assistita.
Scopo dello studio: esiste una relazione tra la PMA e il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari?
Mediante questa analisi retrospettiva, gli autori dello studio hanno esaminato la possibile relazione causale tra l’utilizzo di tecniche di riproduzione assistita e lo sviluppo di malattie cardiovascolari, in donne che hanno partorito con successo utilizzando una di queste tecniche.
Progettazione e risultati
Lo studio è stato effettuato sulle informazioni estrapolate dai registri delle nascite di vari Paesi del Nord Europa, prendendo in considerazione ogni parto registrato dalle autorità sanitarie, con o senza l’ausilio della PMA.
In totale quasi 2,5 milioni di donne sono state incluse nel disegno dello studio retrospettivo, delle quali circa il 4% ha fatto ricorso a tecniche di riproduzione assistita, svoltesi nei distretti sanitari incaricati.
Dopo aver raccolto tutti i dati iniziali, gli autori dell’analisi retrospettiva hanno proseguito il monitoraggio dei dati sanitari post-parto delle donne incluse nello studio, con un follow-up mediano di 11 anni.
I risultati dello studio hanno indicato che:
- non si sono evidenziate differenze significative nello sviluppo di malattie cardiovascolari tra le donne che hanno partorito con tecniche di PMA, e donne che hanno partorito naturalmente.
- Le donne che si sono avvalse dell’uso di tecniche di PMA non hanno riportato un rischio aumentato di malattie cardiovascolari come ictus e cardiopatia ischemica, ma hanno riportato un numero lievemente più alto di casi di infarto del miocardio.
Conclusioni
Lo studio retrospettivo in questione, condotto su una vasta coorte di soggetti, ha evidenziato che non vi è una correlazione accertata tra le donne che hanno utilizzato tecniche di PMA e l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Sono probabilmente necessari ulteriori studi per indagare più a fondo su questa associazione, considerato anche l’ampio numero di malattie cardiovascolari esistenti.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Magnus MC, Fraser A, Håberg SE et al. Maternal Risk of Cardiovascular Disease After Use of Assisted Reproductive Technologies. JAMA Cardiol. 2023;8(9):837–845.
[1] Ministero della Salute. Salute riproduttiva. Procreazione medicalmente assistita. 2023.