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Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino. Si tratta di una patologia complessa, che può essere difficile da diagnosticare e gestire, ma con il trattamento adeguato i pazienti possono controllare i sintomi e prevenire le complicanze della malattia.
In questo articolo esploreremo il morbo di Crohn, i sintomi, le cause, le opzioni di trattamento e le strategie di gestione dello stile di vita.
Scopriamo insieme come riconoscere meglio questa condizione e come affrontare in modo più efficace i sintomi e le sfide associate a questa malattia.
Cos'è il morbo di Crohn
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano.
A seconda del tratto dell’intestino colpito e dall’estensione dell’infiammazione si può manifestare in diversi modi: in alcuni pazienti i sintomi possono manifestarsi soltanto in una parte dell’intestino, in altri possono coinvolgere l’intero tratto gastrointestinale.
Si tratta di un’infiammazione che provoca danni alle pareti dell’intestino, che possono causare sintomi gastrointestinali come diarrea, dolore addominale, sanguinamento rettale, febbre e perdita di peso.
Quanto è frequente il morbo di Crohn? Epidemiologia
Il morbo di Crohn può colpire le persone di tutte le età, ma la fascia di età più colpita è quella tra i 20 e i 30 anni e colpisce in egual misura sia uomini che donne.
La diffusione di questa malattia è stata registrata in tutto il mondo anche se è più comune in Europa e nel Nord America. Inoltre vi è un maggiore rischio di sviluppare il morbo di Crohn se ne è affetto un parente di primo grado, come un fratello o un genitore.
Cause della malattia di Crohn: eziologia
- Fattori genetici: è più comune in alcune famiglie e nei parenti di primo grado di pazienti che già hanno la malattia di Crohn. Sono state individuate numerose varianti genetiche associate all’insorgenza di questa patologia, in particolare nei geni che si riferiscono al sistema immunitario.
- Fattori ambientali: alcuni fattori ambientali possono aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Crohn. Ad esempio il fumo di sigaretta può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia e può anche influenzarne il decorso. Inoltre anche una dieta ricca di grassi e carboidrati e povera di fibre, vitamine e minerali, può contribuire all’insorgenza.
- Fattori immunitari: il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino, causata da una risposta immunitaria anormale. Il sistema immunitario attiva una risposta infiammatoria contro le cellule dell’intestino causando danni e sintomi gastrointestinali. In particolare gli scienziati hanno identificato alcune cellule del sistema immunitario, come i linfociti T e i macrofagi, che sembrano essere coinvolti nel processo.
L’interazione di questi fattori può innescare l’infiammazione cronica dell’intestino e i sintomi associati alla malattia. Tuttavia non esiste una singola causa specifica per il morbo di Crohn e molte domande rimangono ancora senza risposta sulla sua patogenesi.
Sintomi del morbo di Crohn
La sintomatologia della malattia di Crohn può variare da paziente a paziente, ma generalmente include i seguenti sintomi:
- Dolori addominali: i pazienti spesso avvertono forti dolori addominali che possono essere crampiformi o continui.
- Diarrea: è un sintomo comune e può essere associata a dolore addominale, gonfiore, perdita di peso e stanchezza.
- Sanguinamento rettale: è un sintomo frequente e può essere associato a emorroidi o a lesioni della mucosa intestinale.
- Perdita di peso: è collegata alla diarrea e all’infiammazione cronica che può interferire con l’assorbimento dei nutrienti.
- Febbre: è possibile avere febbre a causa dell’infiammazione.
- Gonfiore addominale: è un sintomo comune e può essere associato alla diarrea e al dolore addominale.
- Stanchezza: si tratta di un sintomo frequente, a causa della perdita di nutrienti e della difficoltà del corpo ad assorbirli.
- Nausea e vomito: possono verificarsi a causa dell’infiammazione e dell’irritazione dell’intestino.
Inoltre il morbo di Crohn può causare complicanze a lungo termine, tra cui stenosi intestinale, fistole, ascessi e colite fulminante.
Diagnosi del morbo di Crohn
La diagnosi della malattia di Crohn in genere viene posta da un medico gastroenterologo. Essa prevede un colloquio, una visita medica e la prescrizione di esami specifici per la conferma della malattia e l’esclusione di altre malattie simili.
Anamnesi
L’anamnesi include una serie di domande rivolte al paziente per raccogliere informazioni sulle sue condizioni di salute, sui suoi sintomi gastrointestinali e la storia familiare. Vediamo insieme quali sono i punti che lo specialista può indagare durante questo processo:
- Sintomi gastrointestinali: il medico chiederà al paziente di descrivere i sintomi gastrointestinali che ha abitualmente, come il dolore addominale, la diarrea, il sanguinamento rettale, la nausea e il vomito. Un’informazione rilevante è costituita dalla durata e dalla frequenza dei sintomi oltre agli eventuali fattori scatenanti o attenuanti.
- Storia della malattia: lo specialista chiederà al paziente di descrivere la storia della malattia, inclusi i sintomi iniziali, la frequenza delle riacutizzazioni e l’efficacia dei trattamenti precedenti.
- Anamnesi familiare: il medico valuterà la storia familiare del paziente per identificare casi simili tra i parenti più prossimi.
- Fattori di rischio: sarà necessario indagare fattori associati di rischio, come il fumo di sigaretta, la dieta e l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei.
- Altre malattie: il medico chiederà informazioni sulle altre malattie del paziente, in particolare quelle che potrebbero essere associate al morbo di Crohn, come l’artrite, la psoriasi o le malattie autoimmuni.
Esame obiettivo
La visita medica per i pazienti con morbo di Crohn consiste in una serie di valutazioni cliniche per identificare eventuali anomalie fisiche che possano essere associate alla malattia. Vediamo quali passaggi include:
- Esame addominale: è effettuata per valutare eventuali gonfiori, masse o sensibilità. Attraverso la palpazione il medico identificherà eventuali aree di dolore o tensione, che possono indicare la presenza di infiammazione nell’intestino.
- Esame rettale: per valutare eventuali anomalie nel retto e nell’ano, come fistole, emorroidi o lesioni. Il medico utilizzerà un dito guantato per esaminare l’area e valutare la presenza di sangue o pus.
- Esame della cute: il medico valuterà eventuali lesioni cutanee associate al morbo di Crohn, come le ulcere o le lesioni eritematose.
- Esame delle articolazioni: viene effettuato per valutare eventuali anomalie articolari, che possono essere associate al morbo di Crohn. Sarà valutata la presenza di gonfiore, arrossamento o dolore nelle articolazioni.
- Esame oftalmologico: per valutare eventuali problemi oculari associati alla malattia di Crohn: infiammazione oculare, arrossamento o dolore agli occhi.
Esami strumentali
A termine della visita il medico prescrive degli esami strumentali per confermare i sospetti diagnostici:
- Endoscopia: è un esame strumentale che consente di visualizzare l’intestino attraverso un sottile tubo flessibile dotato di una telecamera all’estremità. L’endoscopia può essere utilizzata per valutare la presenza di ulcere, infiammazione, stenosi e fistole nell’intestino. A seconda della posizione dell’infiammazione, può essere eseguita su diverse parti dell’intestino, come il colon, l’intestino tenue o l’ileo terminale.
- Radiografia dell’intestino: può essere eseguita utilizzando un mezzo di contrasto, che viene somministrato al paziente per via orale o rettale. L’obiettivo è quello di visualizzare l’intestino in modo chiaro sulla radiografia. Questo esame permette di valutare la presenza di infiammazione, ulcere, stenosi o fistole nell’intestino.
- Ecografia: sfrutta onde sonore ad alta frequenza. Si può utilizzare per visualizzare il contenuto addominale, ricercando la presenza di infiammazione, stenosi e fistole nell’intestino, ma anche indagando eventuali complicanze extra-intestinali, come le lesioni cutanee o le anomalie articolari.
- Tomografia computerizzata (TC): è usata per individuare un’eventuale infiammazione, stenosi e fistole nell’intestino e per le complicanze extra-intestinali della malattia come le lesioni renali o epatiche.
- Risonanza magnetica (RMN): la risonanza magnetica utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini dettagliate dell’intestino e delle strutture circostanti. Anche questo tipo di esame può essere utilizzato per valutare la presenza di infiammazione, stenosi e fistole nell’intestino, oltre alle complicanze articolari.
La scelta di quale esame strumentale utilizzare dipende dalla posizione dell’infiammazione, dall’intensità dei sintomi e dalle preferenze del medico e del paziente. In alcuni casi può essere necessario utilizzare più di un esame strumentale per ottenere una valutazione completa della malattia.
Gli esami strumentali possono anche essere utilizzati per monitorare il decorso della malattia e per valutare l’efficacia dei trattamenti.
Diagnosi differenziale della malattia di Crohn
La diagnosi differenziale include una serie di altre condizioni mediche che possono presentare sintomi gastrointestinali simili a quelli del morbo di Crohn.
- Malattia infiammatoria intestinale non specifica: è un termine utilizzato per descrivere pazienti con sintomi gastrointestinali infiammatori ma che non soddisfano i criteri per la diagnosi di morbo di Crohn o di colite ulcerosa. La diagnosi differenziale può essere importante per identificare il sottotipo di malattia infiammatoria intestinale non specifica e scegliere la terapia adeguata.
- Colite ulcerosa: è un’altra forma di malattia infiammatoria intestinale, caratterizzata da infiammazione continua del colon. La differenza tra il morbo di Crohn e la colite ulcerosa è la localizzazione, che nel caso della colite ulcerosa è limitata al colon, mentre per il Crohn può interessare qualsiasi parte dell’intestino.
- Infezioni gastrointestinali: alcune infezioni gastrointestinali, come quella da salmonella, la shigellosi e l’escherichia coli, possono causare sintomi gastrointestinali simili a quelli del morbo di Crohn. Tuttavia queste infezioni sono spesso caratterizzate da una durata limitata dei sintomi, che si risolvono in pochi giorni o settimane.
- Sindrome dell’intestino irritabile: è una condizione caratterizzata da sintomi gastrointestinali come dolore addominale, diarrea o costipazione, ma senza evidenza di infiammazione intestinale. La diagnosi differenziale può essere effettuata attraverso l’esame obiettivo, gli esami di laboratorio e gli esami strumentali.
- Cancro dell’intestino: il cancro dell’intestino può presentare sintomi simili a quelli del morbo di Crohn, come il sanguinamento rettale e il dolore addominale. La differenza è che il cancro dell’intestino è caratterizzato dalla presenza di una massa tumorale, che può essere rilevata attraverso gli esami strumentali.
Trattamento del morbo di Crohn
Il trattamento per il morbo di Crohn dipende dalla gravità dei sintomi e dalla localizzazione dell’infiammazione. L’obiettivo principale è quello di alleviare i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita del paziente.
Vediamo quali tipi di trattamento sono oggi disponibili per la malattia di Crohn.
Terapia farmacologica per la malattia di Crohn
La terapia farmacologica è la prima linea di trattamento per il morbo di Crohn e può includere diversi farmaci a seconda della gravità dei sintomi e della localizzazione dell’infiammazione:
- Corticosteroidi: come il prednisone o il budesonide, sono farmaci antinfiammatori efficaci nel ridurre i sintomi gastrointestinali, ma non devono essere utilizzati a lungo termine a causa degli effetti collaterali, come l’aumento di peso, la fragilità ossea e l’aumento del rischio di infezioni.
- Salicilati: come la sulfasalazina o il mesalazina, sono farmaci antinfiammatori che vengono usati per ridurre l’infiammazione dell’intestino. Sono meno efficaci dei corticosteroidi ma hanno anche meno effetti collaterali.
- Farmaci immunomodulatori: come l’azatioprina o il metotrexate, sono utilizzati per modificare la risposta immunitaria dell’organismo e ridurre così l’infiammazione dell’intestino. Risultano più efficaci a lungo termine rispetto ai corticosteroidi, ma possono richiedere diverse settimane o mesi per diventare pienamente efficaci.
- Farmaci biologici o anticorpi monoclonali: come l’infliximab o l’adalimumab, sono farmaci antinfiammatori che agiscono modulando la risposta immunitaria dell’organismo. Vengono utilizzati per trattare i pazienti con morbo di Crohn moderato o grave che non hanno risposto ad altri farmaci. Tuttavia possono comportare il rischio di infezioni e richiedono regolari infusioni o iniezioni.
- Antibiotici: come la ciprofloxacina o il metronidazolo, sono utilizzati per trattare le infezioni batteriche associate al morbo di Crohn e per ridurre l’infiammazione dell’intestino.
- Farmaci anti-diarrea: come la loperamide, utilizzati per controllare la diarrea associata alla malattia di Crohn.
- Terapia antispastica: farmaci come la dicicloverina possono essere utilizzati per alleviare il dolore addominale.
Terapia nutrizionale per il morbo di Crohn
La terapia nutrizionale è un’importante opzione di trattamento per i pazienti con morbo di Crohn e può includere diverse modalità di approccio:
- Dieta a basso residuo: consiste in cibi che sono facilmente digeribili e producono meno residui intestinali. Questo tipo di dieta può aiutare a ridurre l’irritazione dell’intestino e migliorare i sintomi gastrointestinali.
- Eliminazione di alimenti specifici: alcuni cibi possono talvolta peggiorare i sintomi del morbo di Crohn, come il lattosio o cibi piccanti. Ridurli o eliminarli può ridurre i sintomi.
- Nutrizione enterale: si tratta di una dieta liquida somministrata attraverso un tubo nasogastrico o gastrostomia. Nei casi più gravi e per brevi periodi può aiutare a ridurre l’infiammazione dell’intestino e migliorare la nutrizione.
- Nutrizione parenterale: consiste nell’utilizzo di una soluzione nutritiva che viene somministrata direttamente nel torrente circolatori. Questo tipo di nutrizione può essere utilizzata, in genere per brevi periodi, nei pazienti con malassorbimento intestinale o ostruzione intestinale.
Inoltre alcuni studi hanno dimostrato che l’utilizzo di integratori di acidi grassi omega-3 può ridurre l’infiammazione dell’intestino e migliorare i sintomi del morbo di Crohn.
La scelta della terapia nutrizionale dipende dalla gravità dei sintomi e dalle preferenze del paziente. In alcuni casi può essere necessario utilizzare una combinazione di terapie nutrizionali per ottenere un miglior controllo dei sintomi, e la terapia deve essere monitorata regolarmente per valutarne l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali.
Trattamenti chirurgici per il morbo di Crohn
La chirurgia viene utilizzata quando i pazienti con morbo di Crohn non rispondono alla terapia farmacologica o presentano complicanze, come stenosi o fistole. L’obiettivo della chirurgia è quello di rimuovere la porzione infiammata dell’intestino e ripristinare la funzione normale dell’intestino.
L’intervento chirurgico più comune per il morbo di Crohn è l’asportazione di una porzione dell’intestino, noto come resezione intestinale. Durante questo intervento chirurgico, il chirurgo rimuove la porzione infiammata dell’intestino e ripristina la continuità dell’intestino. In alcuni casi può essere necessario utilizzare una stomia temporanea o permanente, in cui l’intestino viene collegato ad un’apertura nella parete addominale per eliminare le feci.
La chirurgia comporta il rischio di complicanze, come infezioni, cicatrizzazione anomala o la formazione di aderenze. L’intervento chirurgico ovviamente non cura il morbo di Crohn ma può soltanto alleviare i sintomi e le complicanze della malattia, infatti in alcuni casi può ripresentarsi dopo l’intervento. Per prevenire le recidive bisogna monitorare la malattia nel tempo dopo l’intervento chirurgico.
Terapia psicologica per la malattia di Crohn
La terapia psicologica può essere un’importante opzione di trattamento per i pazienti con morbo di Crohn. La malattia cronica e l’impatto sui sintomi gastrointestinali possono avere un impatto significativo sulla salute mentale e sulla qualità della vita dei pazienti.
Ci sono diverse tipologie di terapia psicologica che possono essere utilizzate per i pazienti con morbo di Crohn:
- la terapia cognitivo-comportamentale
- terapia psicodinamica
- mindfulness
- la terapia di accettazione e impegno.
Terapia cognitivo-comportamentale
Si concentra sull’identificazione e la trasformazione dei pensieri e dei comportamenti che possono influenzare il benessere mentale del paziente. Questo tipo di terapia può aiutare i pazienti a comprendere meglio la malattia di Crohn e a gestire le emozioni associate ad essa. Ad esempio può aiutare i pazienti a identificare i fattori di stress nella loro vita e ad adottare strategie di coping, ovvero strategie di adattamento: si tratta di meccanismi psicologici e comportamentali, come ad esempio il rilassamento muscolare o la meditazione, che si utilizzano per gestire e affrontare situazioni stressanti o avverse.
Terapia psicodinamica
Si concentra sulle relazioni interpersonali e sulle emozioni del paziente. Questa terapia può aiutare i pazienti a comprendere le emozioni associate alla loro malattia e a sviluppare strategie di coping efficaci. La terapia psicodinamica può anche aiutare i pazienti a esplorare i fattori emotivi che possono influenzare la loro salute e il loro benessere.
La mindfulness
Si tratta di una pratica che si concentra sull’essere consapevoli e presenti nel momento presente. Può aiutare i pazienti a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione associati alla malattia e ai sintomi gastrointestinali.
La terapia di accettazione e impegno
Si concentra sull’accettazione dei pensieri e delle emozioni associate alla malattia e sull’identificazione dei valori e degli obiettivi importanti per il paziente. Può aiutare i pazienti a ridurre lo stress e ad aumentare il senso di significato nella loro vita.
I pazienti con morbo di Crohn possono beneficiare di supporto psicologico da parte di un counselor o di un gruppo di supporto. Può aiutare i pazienti a condividere le loro esperienze con altre persone che vivono la stessa malattia, a ottenere informazioni e supporto dai membri del gruppo e a sviluppare strategie di coping efficaci.
Stile di vita
Alcuni cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da morbo di Crohn. Ecco alcuni suggerimenti:
- Fare attività fisica regolare: l’attività fisica può aiutare a migliorare la salute generale e ridurre lo stress. Tuttavia i pazienti con morbo di Crohn devono prestare attenzione a non sforzarsi eccessivamente e ad adottare un’attività fisica adeguata alle loro condizioni.
- Dormire a sufficienza: il riposo adeguato con una valida qualità del sonno può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale. Le persone affette da malattia di Crohn dovrebbero cercare di dormire almeno 7-8 ore a notte.
- Evitare il fumo: il fumo può peggiorare i sintomi e aumentare il rischio di complicanze. I pazienti con questa malattia dovrebbero evitare di fumare e cercare di evitare l’esposizione al fumo passivo;
- Ridurre lo stress: lo stress può aumentare il rischio di complicanze e peggiorare i sintomi. Alcune tecniche di gestione dello stress, come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga, potrebbero aiutare le persone affette da questa patologia.
- Avere un supporto sociale: può aiutare i pazienti a gestire lo stress e a sentirsi meno isolati. Avere una rete di amici e familiari che li supportino o partecipare ad un gruppo per pazienti con questa malattia può essere utile nell’affrontarla.
Conclusioni
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può avere un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita dei pazienti. Tuttavia con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, i pazienti possono gestire i sintomi e prevenire le complicanze della malattia.
La ricerca sul morbo di Crohn è in continua evoluzione e nuovi trattamenti e terapie sono sempre in sviluppo. Ciò rappresenta una speranza per i pazienti affetti da questa malattia, che possono guardare al futuro con la fiducia che la ricerca continuerà a portare progressi nella diagnosi e nel trattamento di questa patologia.
Bibliografia
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