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La nattochinasi sembra essere una nuova arma promettente contro il COVID-19.
A partire dal dicembre del 2019 la pandemia COVID-19, sostenuta dall’agente virale SARS-CoV-2, ha causato oltre 6 milioni e 300.000 morti in tutto il mondo.
Numerosi sono stati i tentativi messi a punto dalle varie Istituzioni Scientifiche e dai singoli professionisti nel tentativo di arginare il propagarsi dell’infezione, elaborando numerosi trattamenti sperimentali.
Tra questi, di recente, vi è appunto la nattokinasi: si tratta di una proteina che è stato ipotizzato possa contribuire a ridurre gli effetti dell’infezione virale. Ma è davvero efficace e come funziona? Scopriamolo insieme.
Il legame del virus del COVID-19 con la cellula ospite
È noto che il virus SARS-CoV-2 riesce a penetrare nelle cellule che esprimono maggiormente il recettore per l’ACE2, l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina.
Alcune cellule dell’organismo esprimono maggiormente questo recettore sulla loro superficie cellulare: le cellule dell’albero respiratorio e alcuni citotipi del sistema gastrointestinale. Ecco perché la gran parte dei sintomi indotta dall’infezione è spesso di natura respiratoria o intestinale.
Il virus riesce a legarsi al recettore tramite una proteina transmembrana, nota come proteina S, o Spike¹, grazie alla quale il virus dapprima si lega alla cellula, poi si fonde alla membrana e alla fine accede al citoplasma della cellula stessa.
Le molecole che riescono a impedire il legame della proteina Spike al recettore umano ACE-2 possono giocare un ruolo fondamentale nel contrasto al COVID-19, dal momento che prevengono sul nascere l’ingresso del virus nella cellula ospite.
Nattokinasi: un enzima ricavato dai fagioli
Si stanno meglio delineando le proprietà di un composto ottenuto dalla fermentazione dei fagioli di soia in Giappone, noto come natto². [1]
All’interno del natto è stato rinvenuto un enzima, denominato nattochinasi³, il quale sarebbe in grado di degradare la proteina S del virus responsabile del COVID-19, impedendo di fatto l’accesso del virus nella cellula.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio sperimentale in vitro.
- Luogo: Giappone.
Scopo dello studio: qual è l'efficacia della nattokinasi contro il COVID-19 e i suoi effetti?
Gli autori dello studio hanno verificato l’efficacia in vitro dell’enzima nattokinasi, testandolo con un preparato biologico di cellule che espongono il recettore ACE2, nelle quali è stato introdotto il virus SARS-CoV-2 ⁴.
Risultati: la nattochinasi agisce sulla proteina Spike del COVID-19 e sul suo recettore
Il preparato biologico di cellule, tutte esponenti il recettore ACE2 sulla membrana cellulare, è stato testato in provetta con l’aggiunta di dosi crescenti di nattochinasi e del virus responsabile del COVID-19.
I risultati dell’esperimento di laboratorio hanno messo in luce che la nattokinasi:
- Contribuisce notevolmente alla proteolisi degradativa della proteina S (Spike) del SARS-CoV-2.
- Degrada non solo la proteina Spike ma anche il recettore ACE2.
- Esplica la propria attività proteolitica senza indurre effetti citotossici nell’ambiente cellulare.
Conclusioni: utilità della nattochinasi nella lotta al COVID-19
L’enzima nattokinasi, ottenuto dalla fermentazione batterica dei fagioli di soia, ha dimostrato di possedere in vitro un’importante attività proteolitica della proteina S (Spike) di adesione del COVID-19.
Dal momento che tale enzima ha anche esibito importanti proprietà anti-ipertensive e ipolipemizzanti, il suo sviluppo e la sua introduzione come strategia farmacologica possono rivelarsi molto utili nella lotta all’infezione da Coronavirus-2019.
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Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Tanikawa T, Kiba Y, Yu J. et al. Degradative Effect of Nattokinase on Spike Protein of SARS-CoV-2. Molecules 2022, 27, 5405.
[1] Chen H, McGowan, E.M, Ren N. et al. Nattokinase: A Promising Alternative in Prevention and Treatment of Cardiovascular Diseases. Biomark. Insights 2018, 13.
Nota 1. La proteina S (Spike) possiede due subunità: S1 e S2. La prima subunità contribuisce al legame della proteina con il recettore ACE2 della cellula ospite mentre la seconda subunità media la fusione del virus con la membrana plasmatica della cellula ospite, permettendone l’accesso.
Nota 2. Il natto è un alimento giapponese, ottenuto dalla fermentazione dei fagioli della soia, ad opera del ceppo batterico Bacillus subtilis.
Nota 3. L’enzima nattokinasi è il più efficace anti-coagulante naturale finora conosciuto ed esplica la sua attività inattivando il PAI-1, il principale antagonista della dissoluzione del coagulo ematico (blood clot).
Nota 4. Si tratta tecnicamente di titolazione seriale dell’enzima nattokinasi e di trasfezione del virus SARS-CoV-2.