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Sembrerebbe che il mix di due farmaci, quali la NAC e la guanfacina, possa essere d’aiuto nella cura della nebbia cerebrale che può colpire i pazienti affetti da sindrome Long-Covid-19.
La sindrome da Long-Covid-19 e la "nebbia cerebrale"
La sindrome Long COVID è una condizione di recente definizione che include una serie di sintomi provocati dal COVID-19 che si manifestano tardivamente.
Oltre ai sintomi che si rivalgono a livello respiratorio come tosse e lieve dispnea, sta venendo alla luce che molti pazienti lamentano deficit cognitivi di nuova comparsa, come
- facile esauribilità mentale,
- perdita di memoria e
- difficoltà di concentrazione.
Questi sintomi vengono raggruppati nel concetto di “nebbia cerebrale”. Essi determinano nel loro complesso delle difficoltà importanti nel mantenere il focus mentale su una determinata attività.
Quando la nebbia cerebrale esordisce con sintomi sfumati e non intensi, è possibile tenere sotto controllo la situazione evitando di bere alcol e di fumare, cercando invece di rimanere idratati, di dormire regolarmente e di praticare esercizio fisico. [1]
Quando invece la nebbia cerebrale risulta significativa, rischia di compromettere in maniera significative le performance cognitive del soggetto. In questi casi non sono sufficienti gli accorgimenti evidenziati sopra, ma è opportuno ricorrere ad una terapia farmacologica.
Lo studio in oggetto è volto a verificare l’efficacia di due farmaci in particolare, nella riduzione della nebbia cerebrale nella sindrome long-Covid.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio sperimentale non controllato.
- Luogo: Stati Uniti.
- Tipo di pazienti: Pazienti affetti in passato da COVID-19 e nel presente da nebbia cerebrale.
Scopo dello studio: la guanfacina e la NAC possono migliorare i sintomi della "nebbia cerebrale" nel Long Covid?
Gli autori dello studio hanno voluto verificare se la somministrazione di due farmaci specifici, la guanfacina¹ e la NAC², avesse potuto migliorare i deficit cognitivi dei pazienti affetti dalla sindrome Long COVID.
Risultati
Questa indagine è stata effettuata su una coorte ristretta, formata da dodici pazienti, i quali lamentano uno stato di annebbiamento mentale, comprendente difficoltà a concentrarsi, perdita di memoria, affaticamento mentale, ecc.
I pazienti hanno ricevuto la guanfacina e la NAC (N-acetilcisteina)³ per oltre un anno di tempo e i risultati hanno indicato che:
- Otto dei dodici pazienti che hanno ricevuto la somministrazione di guanfacina + NAC hanno ottenuto un netto miglioramento della memoria procedurale, della concentrazione e dell’esecuzione delle varie attività.
- Quattro dei dodici pazienti hanno interrotto la terapia per via dell’effetto ipotensivo indotto dalla guanfacina.
- Un paziente che ha interrotto il trattamento con guanfacina per via dell’ipotensione secondaria, ha subito manifestato nuovamente i sintomi cognitivi della malattia.
Conclusioni: la NAC e la guanfacina sembrano una cura promettente per la nebbia cerebrale nel Long Covid
Questo studio ha mostrato che il mix di guanfacina + N-acetilcisteina sembrerebbe funzionare in maniera evidente nel controllo dei sintomi cognitivi che determinano un quadro di offuscamento mentale nei pazienti affetti dalla sindrome Long COVID.
Nonostante tale risultato sia molto incoraggiante, sono necessari ulteriori studi per estendere il numero di pazienti da studiare e a cui affiancare un placebo, e per correggere gli effetti indesiderati della guanfacina.
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Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Fesharaki-Zadeh A, Lowe N, Arnsten AFT. Clinical experience with the α2a-adrenoceptor agonist, Guanfacine, and N-acetylcysteine for the treatment of cognitive deficits in “long-covid19.” Neuroimmunology Reports. 2023;3:100154.
[1] NHS inform. Long term effects of COVID-19, LONG COVID: Brain Fog. 2022
Nota 1. La guanfacina è un farmaco agonista della trasmissione α2-adrenergica ed è in grado di proteggere la corteccia prefrontale dallo stress ossidativo.
Nota 2. La NAC (N-acetilcisteina) è una molecola antiossidante, la quale funge da precursore del glutatione. A causa della sua azione essa difende anche i mitocondri dall’accumulo di sottoprodotti ossidanti derivanti dalla respirazione cellulare.
Nota 3. La guanfacina è considerata nella formulazione a rilascio prolungato nella dose di 1 mg/die per il primo mese e di 2mg/die a partire dal secondo mese. La NAC è invece stata somministrata giornalmente nella dose di 600 mg.