La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), anche denominata policistosi ovarica, è una patologia conseguente a una disfunzione ormonale, quindi a carico del sistema endocrino nelle donne in età fertile.
Il nome è dovuto alla presenza di piccole e numerose cisti che si formano nelle ovaie, provocandone a volte un aumento delle dimensioni. Comporta disfunzioni del ciclo ovulatorio e un aumento di androgeni, gli ormoni maschili.
Secondo studi recenti la sindrome dell’ovaio policistico viene definita come patologia multi-sistemica, che coinvolge molti organi. È inoltre difficile da diagnosticare per le caratteristiche comuni ad altre patologie. (1)
In questo articolo scopriamo insieme quali sono i sintomi, come si diagnostica e quali sono i trattamenti disponibili per questa sindrome.
Quante donne hanno la sindrome dell’ovaio policistico? Epidemiologia
L’epidemiologia del PCOS è piuttosto complessa, in quanto coinvolge molteplici fattori, tra cui:
- l’età
- l’etnia
- lo stile di vita
- le condizioni socio-economiche.
L’incidenza del PCOS varia tra il 5% e il 20% a seconda della popolazione presa in considerazione. Le donne di etnia asiatica sembrano essere meno colpite dal PCOS rispetto a quelle di altre etnie, come quelle di origine caucasica o africana.
La prevalenza sembra essere in aumento in tutto il mondo, il che potrebbe essere attribuibile a una maggiore attenzione medica alla diagnosi di questa patologia.
È stato dimostrato che lo stile di vita e la gestione del peso possono influire positivamente sulla salute delle donne con PCOS. (2)
Quali sono le cause dell’ovaio policistico? Eziologia
Le cause della malattia non sono ancora del tutto chiare.
Gli studi finora effettuati riscontrano una disfunzione nella produzione di ormoni maschili che potrebbe dipendere da fattori genetici. Quindi un’ereditarietà (70% sui gemelli), che può essere trasmessa sia dalla madre che dal padre. Non è certo se la responsabilità sia da attribuire a un solo gene specifico o più geni, coinvolti in vari livelli.
Sempre secondo gli studi, individui con una predisposizione genetica, esposti a determinati fattori ambientali, sviluppano alcune caratteristiche della sindrome. Infatti l’ambiente è una componente fondamentale nell’espressione di questi geni e nello sviluppo e progressione della malattia.
I fattori ambientali più comuni includono l’obesità e la resistenza all’insulina. Alcune ipotesi includono anche l’esposizione agli androgeni fetali. (3)
Quali sono i sintomi dell’ovaio policistico? Sintomatologia
- alterazioni, mancanza o interruzione del ciclo mestruale
- acne importante
- dermatite seborroica
- aumento di peli sul corpo (irsutismo)
- obesità (con accumulo di grasso su addome e fianchi)
- cisti ovariche
- elevata resistenza all’insulina.
In alcuni casi si rilevano anche:
- macchie scure sulla pelle
- timbro di voce più maschile
- alopecia androgenica.
Tuttavia molti pazienti con PCOS possono essere asintomatici o presentare solo sintomi lievi.
La sindrome dell’ovaio policistico è inoltre associata a una serie di complicanze, tra cui:
- l‘infertilità
- il diabete mellito di tipo 2
- l’iperlipidemia
- l’ipertensione.
Diagnosi di ovaio policistico
La diagnosi del PCOS viene posta solitamente all’interno di una visita ginecologica e si basa sulla presenza di almeno due dei seguenti tre criteri:
- cicli mestruali irregolari o assenti
- iperandrogenismo
- ovaie policistiche.
Tuttavia la diagnosi può essere complessa a causa della varietà di presentazioni cliniche del PCOS.
Anamnesi e valutazione clinica
La storia clinica della paziente è un aiuto importante per il medico nell’individuare la patologia.
Il medico andrà ad analizzare i seguenti sintomi indicativi di ovaio policistico, anche se non determinanti in assoluto:
- assenza o alterazione delle mestruazioni
- obesità
- irsutismo più o meno lieve
- presenza di acne.
Per una diagnosi certa sono necessari specifici esami strumentali. (4)
Esami strumentali
Gli esami necessari comprendono:
- Ecografia pelvica e transvaginale: con l’aiuto di una sonda, vengono esaminate le ovaie per accertare la presenza di cisti.
- Prelievo del sangue: per valutare il dosaggio ormonale ed indagare la presenza di eventuali squilibri, in particolare riguardanti i livelli di testosterone.
- Test di tolleranza del glucosio: poiché la sindrome dell’ovaio policistico è spesso associata ad una maggiore resistenza all’insulina e al diabete di tipo due.
Diagnosi differenziale di ovaio policistico
Poiché i sintomi relativi alla sindrome dell’ovaio policistico possono essere comuni ad altre patologie, è necessario effettuare un’accurata diagnosi differenziale per escludere altre cause.
Tra le più comuni troviamo:
- uso di steroidi androgeni
- ipotiroidismo
- irsutismo idiopatico / familiare
- neoplasie ovariche
- iperplasia surrenale congenita a esordio tardivo.
Trattamenti per l’ovaio policistico
Non esiste una cura per il disturbo e quindi l’obiettivo del trattamento è ridurre il rischio di complicanze e migliorare lo stile di vita.
Di seguito sono riportati alcuni dei principali trattamenti utilizzati.
Stile di vita e gestione del peso
Tutte le donne con sindrome dell’ovaio policistico dovrebbero essere incoraggiate a fare esercizio, in quanto ciò può ridurre:
- la resistenza all’insulina
- il peso corporeo
- ilipidi nel sangue
- il glucosio.
Inoltre migliora l’autostima (5) e può anche aiutare a ridurre lo stress e migliorare la salute mentale.
L’attività fisica regolare può inoltre migliorare la salute metabolica. L’esercizio dovrebbe essere praticato almeno 150 minuti alla settimana e può includere:
- attività aerobica, come camminare, correre, nuotare;
- esercizi di forza, come pesi o yoga.
La dieta dovrebbe essere equilibrata e contenere un mix di carboidrati, proteine e grassi.
- Gli alimenti ad alto indice glicemico (come gli zuccheri raffinati e gli alimenti ricchi di carboidrati) dovrebbero essere evitati o limitati, in quanto possono causare un aumento dei livelli di zucchero nel sangue e insulina.
- Gli alimenti a basso indice glicemico (come frutta, verdura e cereali integrali) possono aiutare a mantenere i livelli di zucchero nel sangue stabili. È importante anche evitare il consumo di alimenti trasformati e confezionati e di bevande zuccherate.
Altri suggerimenti per migliorare lo stile di vita includono:
- smettere di fumare
- limitare il consumo di alcol
- dormire adeguatamente.
Farmaci per la fertilità
I farmaci per la fertilità sono spesso utilizzati per aiutare le donne ad ovulare e concepire.
I più comunemente utilizzati nel PCOS sono il clomifene e il letrozolo. Entrambi i farmaci agiscono come anti-estrogeni e stimolano l’ipofisi (una ghiandola nel cervello) a produrre più ormoni follicolo-stimolanti, che a loro volta stimolano l’ovulazione.
- Il clomifene viene solitamente somministrato sotto forma di compresse per via orale dai giorni 3 al 7 del ciclo mestruale.
- Il letrozolo viene solitamente utilizzato per il trattamento del cancro al seno, ma può anche essere utilizzato per indurre l’ovulazione. Viene somministrato in compresse per via orale dai giorni 3 al 7 del ciclo mestruale.
Questi farmaci possono essere utilizzati in combinazione con il monitoraggio dell’ovulazione, il quale può essere effettuato utilizzando test di ovulazione a casa o attraverso il monitoraggio ecografico in una clinica, per determinare il momento ottimale per avere rapporti sessuali e aumentare così le possibilità di concepimento.
Tuttavia i farmaci per la fertilità non sono sempre efficaci e possono comportare alcuni effetti collaterali, tra cui:
- vampate di calore
- secchezza vaginale
- disturbi visivi
- mal di testa
- nausea.
In rari casi possono verificarsi complicanze come la sindrome da iperstimolazione ovarica, che può causare gonfiore, dolore addominale e difficoltà respiratorie.
Contraccettivi orali
Vengono utilizzati per regolare i cicli mestruali e ridurre i sintomi dell’iperandrogenismo, come l’irsutismo e l’acne.
Contengono una combinazione di ormoni sintetici, come estrogeni e progestinici, che impediscono l’ovulazione e regolano i livelli ormonali nel corpo. L’assunzione regolare dei contraccettivi orali può ridurre la produzione di androgeni nell’ovaio, migliorando così i sintomi dell’ovaio policistico.
Vengono generalmente assunti per 21 giorni consecutivi, seguiti da una pausa di sette giorni, durante la quale si verifica il sanguinamento da sospensione. Alcuni possono essere assunti continuamente per evitare il sanguinamento da sospensione e ridurre i sintomi del ciclo mestruale.
I contraccettivi orali possono anche essere utilizzati per la terapia combinata di ormoni (HRT) in donne con PCOS che hanno sintomi meno gravi della menopausa. La HRT combina estrogeni e progestinici per ridurre i sintomi della menopausa, come i vampate di calore e la secchezza vaginale.
Come tutti i farmaci possono causare effetti collaterali, tra cui:
- nausea
- mal di testa
- spotting
- sensibilità mammaria.
Inoltre aumentano il rischio di trombosi venosa profonda e di embolia polmonare, quindi non sono raccomandati per le donne che hanno una storia di coaguli di sangue o altre condizioni che aumentano il rischio di trombosi.
Farmaci per il controllo del glucosio
Sono un altro trattamento comune poiché molte donne con PCOS hanno una resistenza insulinica, che aumenta il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 e altre complicanze metaboliche. Questi farmaci, come la metformina, agiscono migliorando la sensibilità all’insulina e riducendo la produzione di glucosio dal fegato.
La metformina viene solitamente somministrata in compresse per via orale e può aiutare a ridurre i sintomi dell’ovaio policistico e migliorare la fertilità.
Può essere utilizzata in combinazione con altri farmaci, ma anche questa può causare effetti collaterali, tra cui:
Inoltre non è raccomandata per le donne con insufficienza renale o epatica, poiché può causare un aumento dei livelli di acido lattico nel sangue.
Chirurgia
L’intervento chirurgico è un trattamento raro dell’ovaio policistico e viene considerato solo se altri trattamenti non hanno avuto successo.
La rimozione delle cisti ovariche avviene attraverso una tecnica chirurgica nota come laparoscopia, la quale prevede l’inserimento di un piccolo telescopio (laparoscopio) nell’addome attraverso una piccola incisione per visualizzare l’ovaio e rimuovere le cisti.
Può essere indicato nelle donne che hanno cisti ovariche di grandi dimensioni che causano dolore o altre complicanze, come la torsione dell’ovaio, ma non è raccomandato per chi ha solo piccole cisti ovariche o chi non ha sintomi significativi.
L’intervento chirurgico comporta alcuni rischi, come:
- infezione
- emorragia
- la formazione di aderenze (cicatrici) nell’addome
- una maggiore probabilità di infertilità.
Pertanto è importante valutare attentamente i rischi e i benefici dell’intervento chirurgico e discutere con il medico la scelta del trattamento più appropriato in base alle esigenze individuali.
Sindrome dell’ovaio policistico: punti chiave
L’ovaio policistico (PCOS) è una patologia endocrina caratterizzata dalla presenza di disfunzioni ovariche e alterazioni metaboliche. Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa siano sia genetiche che ambientali.
I sintomi con cui si manifesta sono molteplici, tra i quali l’assenza o l’irregolarità del ciclo mestruale, l’obesità, l’irsutismo e un’elevata resistenza all’insulina. Inoltre potrebbe provocare complicanze anche gravi, come il diabete di tipo 2.
La diagnosi non è semplice e si basa sulla presenza di almeno due dei seguenti tre criteri: cicli mestruali irregolari o assenti, iperandrogenismo, ovaie policistiche.
Non esiste una cura per l’ovaio policistico, ma ci sono trattamenti che possono aiutare a gestire i sintomi e comprendono: farmaci per la fertilità, contraccettivi orali, farmaci per il controllo del glucosio e anche la chirurgia nei casi più gravi.
È molto importante per chi soffre di questa patologie cercare di seguire uno stile di vita sano che includa esercizio fisico ed una dieta bilanciata, poiché la perdita di peso può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre i livelli di androgeni, aiutando così a gestire sintomi della patologia.
Fonti:
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