Parodontite, infiammazione gengivale, gengive, denti, dolore ai denti

Parodontite

La parodontite è una malattia infiammatoria cronica che colpisce i tessuti di supporto dei denti, in particolare il parodonto, che comprende il tessuto gengivale, il legamento parodontale, l’osso alveolare e il cemento radicolare.

È una delle patologie della cavità orale più comuni, e se non curata adeguatamente può portare a gravi conseguenze, come la perdita dei denti.

Scopriamone le caratteristiche, i sintomi e le terapie disponibili.

Classificazione e complicanze della parodontite

La parodontite può essere classificata in due tipi, ovvero:

  • Forma cronica: la più comune, progredisce lentamente nel corso degli anni.
  • Forma aggressiva: si sviluppa rapidamente e può causare gravi danni ai tessuti parodontali in un breve periodo.

Le complicanze della malattia possono essere significative e includono:

  • perdita dei denti
  • ascesso parodontale
  • formazione di tasche parodontali profonde
  • recessione gengivale.

 

Epidemiologia della parodontite

L’epidemiologia della parodontite è influenzata da diversi fattori, tra cui:

banner acqua idrogenata desktop
  • età
  • sesso
  • igiene orale
  • abitudini alimentare
  • stato socio-economico
  • predisposizione genetica.

La prevalenza della parodontite varia notevolmente tra i gruppi di popolazione e i diversi paesi.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la parodontite colpisce circa il 10-15% della popolazione mondiale adulta. Tuttavia la sua incidenza e gravità aumentano con l’età. Nei soggetti con più di 65 anni, la percentuale di persone affette da parodontite può raggiungere il 50% o più.

La parodontite è più comune negli uomini, e tende a interessare maggiormente alcune popolazioni etniche specifiche. Inoltre i fumatori hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare parodontite rispetto ai non fumatori. Oltre alle cattive abitudini, anche i fattori genetici possono influenzare la suscettibilità alla malattia, sebbene la predisposizione non sia l’unica ragione determinante nel suo sviluppo e l’interazione con agenti esterni rimane fondamentale.

Studi epidemiologici hanno suggerito infine una possibile associazione tra la parodontite e altre condizioni di salute, come malattie cardiovascolari, diabete, polmonite e complicanze durante la gravidanza.

 

Eziologia della parodontite

L’eziologia della parodontite è multifattoriale e coinvolge l’interazione complessa tra i batteri dentali, il sistema immunitario dell’ospite e i fattori di rischio ambientali. La malattia si sviluppa quando l’equilibrio tra i batteri nella bocca e la risposta immunitaria viene compromesso.

La principale causa della parodontite è l’accumulo di placca sulla superficie dei denti. La placca è un biofilm costituito da batteri, residui alimentari e saliva che aderisce alle superfici dentali. Se non viene adeguatamente rimossa attraverso una corretta igiene orale, i batteri si moltiplicano e producono sostanze tossiche che irritano i tessuti gengivali circostanti.

I batteri più comunemente associati alla parodontite sono quelli appartenenti al gruppo degli anaerobi gram-negativi, responsabili della produzione di enzimi e tossine che danneggiano direttamente i tessuti gengivali e innescano una risposta infiammatoria.

In condizioni normali il sistema immunitario è in grado di controllare l’infiammazione e mantenere l’omeostasi del parodonto. Tuttavia in presenza di una placca batterica eccessiva, la risposta immunitaria può diventare iperattiva e provocare danni tissutali.

Fattori ambientali

I fattori ambientali possono influenzare la suscettibilità all’insorgenza e alla progressione della patologia. Alcuni di questi includono:

  • fumo di tabacco, che compromette la risposta immunitaria e ostacola la guarigione dei tessuti gengivali;
  • stress, influisce negativamente sulla risposta immunitaria;
  • igiene orale inadeguata, che favorisce l’accumulo di placca batterica;
  • dieta povera, che può influenzare la salute gengivale e l’equilibrio della flora batterica orale.

Fattori genetici

È importante sottolineare che la parodontite può anche essere influenzata da fattori genetici. Alcuni studi infatti hanno identificato varianti genetiche associate a un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

Tuttavia l’ereditarietà genetica rappresenta solo una componente del rischio complessivo e l’interazione con i fattori ambientali rimane un elemento chiave nello sviluppo della parodontite.

 

Sintomatologia della parodontite

parodontite, infiammazione gengivale, confronto con dente sano

La parodontite si manifesta con una serie di sintomi e segni che possono variare in base alla gravità e alla fase della patologia. La parodontite può essere asintomatica inizialmente o presentare sintomi lievi e trascurabili.

I più comuni sono:

  • Gengive infiammate: uno dei primi segni della parodontite è l’infiammazione delle gengive, nota come gengivite. Le gengive possono apparire arrossate, gonfie e sensibili al tatto.
  • Sanguinamento gengivale: le gengive infiammate tendono a sanguinare facilmente durante la spazzolatura dei denti, l’uso del filo interdentale o anche spontaneamente. Il sanguinamento può essere un segno precoce di infiammazione gengivale e parodontite in corso.
  • Ritiro gengivale: con l’avanzare della parodontite, le gengive possono ritrarsi gradualmente, lasciando scoperta la radice del dente. Questo può portare a sensibilità dentinale aumentata e alla formazione di tasche parodontali, ossia spazi profondi tra il dente e la gengiva.
  • Mobilità dentale: i tessuti di supporto dei denti, come l’osso alveolare e il legamento parodontale, possono risultare danneggiati, comportando mobilità.
  • Alitosi persistente: la presenza di batteri patogeni nella placca batterica associata alla parodontite può causare un alito cattivo persistente.
  • Disagi durante la masticazione: a causa della mobilità dei denti e della possibile presenza di tasche parodontali profonde, alcune persone possono sperimentare dolore o disagio durante il morso o la masticazione dei cibi.
  • Ascessi parodontali: nei casi più gravi la parodontite può portare alla formazione di ascessi parodontali, ovvero infezioni purulente localizzate intorno alle radici dei denti.

 

Diagnosi di parodontite

La parodontite può essere diagnosticata tramite una visita odontoiatrica divisa in diverse fasi, volte a formulare una diagnosi preliminare e a indirizzare il paziente verso esami strumentali e di laboratorio specifici.

Vediamo in cosa consiste il processo di diagnosi della malattia.

Anamnesi

L’anamnesi è una parte fondamentale dell’esame clinico del paziente affetto da parodontite. Consiste nel raccogliere informazioni dettagliate sulla storia medica e sociale del paziente al fine di comprendere meglio le cause e i fattori di rischio possibilmente coinvolti.

Durante l’anamnesi il dentista pone diverse domande riguardanti:

  • Storia medica: verrà chiesto al paziente se ha o ha avuto malattie sistemiche come diabete, malattie cardiovascolari o immunodeficienze, poiché queste condizioni possono influenzare la salute parodontale. Inoltre saranno raccolte informazioni riguardanti la storia di interventi chirurgici o terapie farmacologiche che potrebbero contribuire all’insorgere della malattia.
  • Storia dentale: il medico o il dentista chiederà al paziente se ha mai sofferto di malattie gengivali in passato e se ha subito trattamenti specifici per queste condizioni. Raccoglierà informazioni sulle abitudini di igiene orale, tra cui la frequenza e la tecnica di spazzolamento dei denti e l’uso del filo interdentale.
  • Fattori di rischio: saranno valutati i fattori di rischio associati alla parodontite.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo è una fase fondamentale nell’individuazione e valutazione della gravità della malattia.

Il dentista eseguirà una serie di procedure per valutare lo stato di salute delle gengive, dei denti e del tessuto di sostegno, ovvero:

  • Esame visivo: verrà osservata attentamente la bocca del paziente alla ricerca di segni evidenti di infiammazione gengivale, valutando il colore, la consistenza e la forma delle gengive.
  • Sondaggio parodontale: attraverso l’uso di uno strumento chiamato “sonda parodontale”, il medico o il dentista misurerà la profondità delle tasche gengivali. Qualora risultasse superiore a 3mm indicherebbe la presenza di infiammazione e danni ai tessuti di sostegno.
  • Rilevamento del livello di attacco: ovvero la distanza tra la linea gengivale e il punto in cui il legamento parodontale si attacca al dente, che può indicare l’estensione del danneggiamento dei tessuti di sostegno.
  • Test di mobilità dentale: il dentista applicherà una leggera pressione sui denti per valutare il loro grado di mobilità.
  • Esame di alitosi: verrà esaminato il respiro del paziente alla ricerca di segni di alito sgradevole.

Esami diagnostici

Gli esami di laboratorio e strumentali sono utilizzati per valutare la presenza, la gravità e l’estensione della parodontite, poiché forniscono informazioni aggiuntive per una diagnosi accurata e la pianificazione del trattamento.

Gli esami solitamente richiesti sono:

  • Analisi del fluido crevicolare: un liquido presente nelle tasche gengivali che contiene sostanze utili per valutare l’infiammazione e il danno dei tessuti parodontali.
  • Esami microbiologici: consentono di identificare e quantificare i batteri presenti nella cavità orale. Questi esami possono aiutare a valutare il rischio di progressione della malattia e a determinare l’efficacia del trattamento.
  • Radiografie panoramiche o a settori: forniscono informazioni dettagliate sulla struttura ossea al di sotto delle gengive. Possono essere utilizzate per valutare la presenza di perdita ossea, un segno caratteristico della parodontite avanzata.
  • Tomografia computerizzata o risonanza magnetica: tecniche di imaging avanzate che possono fornire una visione tridimensionale della struttura ossea e dei tessuti molli della bocca; utilizzate per valutare l’estensione della perdita ossea e identificare eventuali complicanze associate alla parodontite.
  • Esame genetico: identifica varianti genetiche che possono aumentare il rischio di sviluppare la parodontite. Tuttavia al momento viene principalmente impiegato per scopi di ricerca.
  • Test di laboratorio generale: come emocromo completo, utile a valutare la presenza di eventuali condizioni sistemiche che possono influenzare la salute parodontale.

 

Diagnosi differenziale di parodontite

La diagnosi differenziale della parodontite serve a escludere altre malattie che possono presentare sintomi simili o influire sulla salute orale, tra cui:

  • Gengivite: una forma più lieve di malattia gengivale rispetto alla parodontite. Si caratterizza per l’infiammazione delle gengive senza coinvolgimento del tessuto di supporto dei denti. Non causa perdita ossea o danni permanenti ai tessuti parodontali.
  • Stomatite da dentiera: un’infiammazione della mucosa orale che può manifestarsi in pazienti che indossano protesi dentali. È causata da una scarsa igiene della protesi, irritazione o infezioni fungine come la candidosi.
  • Peri-implantite: colpisce gli impianti dentali e può essere confusa con la parodontite. Si caratterizza per l’infiammazione dei tessuti intorno all’impianto e può causare la perdita dello stesso.
  • Trauma occlusale: si riferisce a un eccessivo carico o stress esercitato sui denti durante la masticazione. Può causare dolore alle gengive e alla mascella, nonché mobilità dentale.

 

Trattamento della parodontite

Esistono diversi trattamenti disponibili per la parodontite, a seconda della gravità della malattia e delle esigenze specifiche del paziente.

Di seguito è possibile trovare una panoramica dei più comuni.

Igiene orale corretta

Un’adeguata igiene orale è un elemento chiave per mantenere le gengive sane e prevenire la progressione della malattia.

Spazzolatura dei denti

Dovrebbe essere effettuata almeno due volte al giorno, preferibilmente dopo i pasti. Utilizzare uno spazzolino a setole morbide o uno spazzolino elettrico con una testina tonda.

Applicare una piccola quantità di dentifricio contenente fluoro. Con movimenti circolari e delicati, spazzolare tutte le superfici dei denti, sia sulla parte esterna che interna, avendo cura di raggiungere anche le gengive.

Inclinare leggermente lo spazzolino verso l’angolo tra gengive e denti. Effettuare movimenti circolari o verticali brevi, senza applicare troppa pressione per evitare di danneggiare le gengive.

Assicurarsi di spazzolare anche la lingua per rimuovere i batteri che possono causare alito cattivo.

Possono essere utilizzati altri strumenti per una pulizia efficace, come spazzolini e scovolini interdentali o getti d’acqua.

Uso del filo interdentale

È essenziale per rimuovere la placca batterica e i residui di cibo che si accumulano tra i denti e nelle tasche gengivali.

Utilizzare una porzione di filo interdentale di circa 45-50 cm e avvolgere le estremità intorno al dito medio di entrambe le mani.

Inserire delicatamente il filo interdentale tra i denti, facendo attenzione a non traumatizzare le gengive. Fare scorrere il filo avanti e indietro lungo le superfici dei denti e sotto la gengiva per rimuovere i detriti.

Collutori

L’uso di collutori può essere raccomandato per aiutare a controllare l’infiammazione e ridurre la quantità di batteri nella bocca.

Si possono utilizzare collutori specifici per la parodontite contenenti agenti antibatterici o antinfiammatori.

Rimozione del tartaro e pulizia dentale professionale

La rimozione del tartaro è una procedura essenziale nel trattamento della parodontite. Viene eseguita da un dentista o da un igienista dentale ed è divisa nelle seguenti fasi:

  • Esame preliminare: consiste in un esame visivo delle gengive e dei denti per valutare la gravità della parodontite e pianificare il trattamento più appropriato.
  • Rimozione del tartaro: eseguita utilizzando strumenti speciali chiamati scaler o curette, che permettono di raschiare il tartaro (o placca calcificata) dalle superfici dei denti, sia sulla parte esterna che interna, e sotto le gengive.
  • Pulizia profonda: dopo la rimozione del tartaro, viene eseguita una pulizia profonda dei denti, con l’uso di strumenti ad ultrasuoni che emettono vibrazioni ad alta frequenza per rimuovere in modo più efficace le incrostazioni di tartaro e la placca batterica.
  • Lucidatura: i denti vengono lucidati utilizzando una pasta abrasiva e un dispositivo elettrico o manuale.

Raschiamento e levigatura radicolare

Il raschiamento mira a rimuovere il tartaro e le incrostazioni presenti sulle radici dei denti e a levigare la superficie radicolare.

Prevede le seguenti procedure:

  • Anestesia locale: somministrata tramite un’iniezione nella zona da trattare, che intorpidirà l’area in modo che il paziente non avverta dolore o disagio.
  • Raschiamento radicolare: eseguito utilizzando le curette parodontali o gli scaler, che consentono al dentista o all’igienista dentale di raschiare con precisione il tartaro e le incrostazioni che si sono accumulate sulle radici dei denti, sia sulla parte esterna che interna.
  • Levigatura radicolare: consiste nel lisciare e levigare la superficie radicolare dei denti, eliminando eventuali irregolarità o rugosità che potrebbero contribuire all’accumulo di placca batterica in futuro.
  • Irrigazione e pulizia: durante il raschiamento possono essere utilizzati dispositivi di irrigazione per pulire le tasche parodontali con soluzioni antibatteriche o antinfiammatorie.
  • Sutura e medicazione: in alcuni casi potrebbe essere necessario applicare delle suture per favorire la guarigione dei tessuti.

Terapia antimicrobica locale

La terapia antimicrobica locale è una modalità di trattamento utilizzata nella gestione della parodontite per controllare l’infezione batterica e ridurre l’infiammazione. Mira a distruggere o inibire la crescita dei batteri patogeni presenti nelle tasche parodontali.

Può essere somministrata utilizzando agenti antibatterici che vengono applicati direttamente nella tasca parodontale o sulle superfici dei denti per ridurre il carico batterico e controllare l’infezione.

Questi agenti possono essere sotto forma di:

  • Gel o crema: l’agente antimicrobico viene distribuito nella tasca tramite una siringa e lasciato agire contro i batteri presenti, riducendo l’infiammazione e favorendo la guarigione dei tessuti parodontali.
  • Chip antimicrobici: piccoli dispositivi inseriti nella tasca parodontale che rilasciano lentamente l’agente antimicrobico nel corso del tempo, fornendo un’azione a lungo termine contro i batteri patogeni.

In alcuni casi di parodontite avanzata, può essere necessario utilizzare antibiotici per il controllo dell’infezione. Possono essere somministrati per via orale o come terapia antibiotica locale.

Chirurgia parodontale

La chirurgia parodontale è un trattamento utilizzato nella gestione avanzata della parodontite per riparare o rigenerare i tessuti danneggiati.

È possibile intervenire con le seguenti procedure:

  • Elevazione del lembo: il dentista solleva delicatamente il lembo di gengiva compromesso per ottenere una migliore accessibilità alle radici dei denti e alle tasche parodontali. Ciò consente di rimuovere il tartaro e le incrostazioni, eseguire la levigatura radicolare e riparare o rigenerare i tessuti danneggiati.
  • Riduzione chirurgica delle tasche: eseguito quando le tasche gengivali sono profonde e non possono essere completamente pulite con trattamenti non chirurgici. Viene rimosso il tessuto gengivale in eccesso per ridurre la profondità delle tasche e facilitare la pulizia e l’igiene orale a casa.
  • Rigenerazione ossea guidata: utilizzata quando è necessario rigenerare l’osso danneggiato dalla parodontite. Prevede l’utilizzo di materiali rigenerativi come membrane o innesti per promuovere la crescita ossea e ricostruire la struttura di supporto dei denti.
  • Allotrapianto di tessuto molle o osseo: in alcuni casi può essere necessario trasferire tessuti molli o ossei da un’altra parte della bocca o da fonti esterne per riparare i difetti parodontali.

 

Parodontite: informazioni essenziali

La parodontite rappresenta una minaccia significativa per la salute orale e generale. Tuttavia con una corretta igiene orale è possibile prevenire questa malattia.

L’adozione di abitudini salutari che comprendano una spazzolatura corretta e regolare dei denti, l’uso del filo interdentale e la pulizia professionale sono fondamentali per la prevenzione e la cura della patologia.