Questo recente studio sembrerebbe aver dimostrato l’efficacia della terapia con Pembrolizumab in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule.
Carcinoma polmonare non a piccole cellule: terapia con Pembrolizumab
Il cancro del polmone rappresenta ad oggi la causa di morte per tumore più frequente negli uomini e la seconda causa nelle donne, subito dopo il tumore alla mammella. Fortunatamente negli ultimi anni si sta registrando una leggera inversione di questo trend in funzione della diffusione delle campagne antifumo e della diminuzione del consumo di tabacco.
Secondo l’OMS, in base a criteri immunoistochimici, il carcinoma polmonare viene suddiviso in due grandi categorie: carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) e carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC).
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule a sua volta è rappresentato dalle seguenti tre categorie più importanti:
- adenocarcinoma polmonare, l’istotipo più frequente di tumore al polmone.
- Carcinoma a cellule squamose, molto comune nei soggetti fumatori.
- Carcinoma a grandi cellule, biologicamente aggressivo, la cui diagnosi viene formulata per esclusione degli altri istotipi.
Il NSCLC riconosce nella sua eziologia soprattutto una forte abitudine tabagica e può produrre sia sintomi intratoracici (tosse, emottisi, dispnea) sia sintomi extratoracici (dolore alla spalla, metastasi ossee, metastasi cerebrali). Quando viene diagnosticato nelle fasi iniziali, i trattamenti a disposizione spaziano dalla chemioterapia alla radioterapia sino all’intervento chirurgico di resezione.
Nell’ambito della chemioterapia sono molto utilizzati farmaci biologici che agiscono da inibitori dei checkpoint immunitari, sia prima della chirurgia (neoadiuvanti) che in seguito alla chirurgia (adiuvanti).
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
- Luogo: USA.
- Tipo di pazienti: Soggetti adulti diagnosticati con NSCLC resecabile in stadio non avanzato.
Scopo dello studio: il Pembrolizumab è efficace per la cura del carcinoma polmonare non a piccole cellule?
Gli autori di questo trial hanno valutato l’efficacia della somministrazione di un inibitore del checkpoint immunitario, il pembrolizumab¹, sia prima che dopo la resezione chirurgica di un NSCLC in pazienti idonei per l’operazione.
Progettazione
I ricercatori hanno selezionato e incluso nello studio poco meno di 800 pazienti adulti, tutti affetti da NSCLC resecabile in stadio non avanzato, non precedentemente trattato.
Dopo aver confermato, mediante tecniche immunoistochimiche, la positività del tumore per il PD-1 (target biologico del farmaco inibitore del checkpoint immunitario), i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi di egual numero:
- il primo gruppo, sperimentale, ha ricevuto 4 cicli² di pembrolizumab più chemioterapia tradizionale prima dell’intervento di resezione, seguito da un massimo di altri 13 cicli post-intervento.
- Il secondo gruppo, di controllo, ha invece assunto, con le stesse modalità del gruppo precedente, il placebo in sostituzione del pembrolizumab, sia prima che dopo l’intervento chirurgico.
Risultati
Dopo un periodo di follow-up di poco superiore ai 2 anni sono emersi i seguenti risultati:
- la sopravvivenza libera da eventi deleteri (recidiva, nuovo intervento, morte) è risultata significativamente maggiore nel gruppo sperimentale (62,4%) rispetto al gruppo di controllo (40,6%). La sopravvivenza globale a 2 anni è invece risultata grossomodo la medesima.
- Nel gruppo pembrolizumab si sono registrate risposte patologiche maggiori per la remissione del tumore rispetto al gruppo di controllo, ma anche un maggior numero di eventi avversi legati alla terapia.
Conclusioni: il farmaco Pembrolizumab risulta efficace per il carcinoma polmonare
Questo importante trial clinico ha dimostrato l’efficacia della terapia sandwich con pembrolizumab (neoadiuvante e adiuvante per l’intervento chirurgico) in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile.
La somministrazione perioperatoria del pembrolizumab ha indotto una significativa sopravvivenza libera da eventi deleteri e una maggiore risposta patologica al trattamento, senza però influenzare la sopravvivenza globale a 2 anni dalla sperimentazione.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Wakelee H, Liberman M, Kato T et al. Perioperative pembrolizumab for early-stage non–small-cell lung cancer. New England Journal of Medicine. 2023;389(6):491–503.
[1] Clark SB, Alsubait S. Non–Small Cell Lung Cancer. [Aggiornato il 5 Settembre 2022]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023.
Nota 1. Il pembrolizumab è un farmaco immunoterapico utilizzato nel trattamento di diverse forme di cancro. Il suo meccanismo d’azione si basa sull’inibizione del checkpoint immunitario noto come PD-1 (Programmed cell Death protein 1) presente sulle cellule del sistema immunitario. In condizioni normali, il PD-1 regola l’attività delle cellule T, interagendo con i suoi ligandi PD-L1 e PD-L2.
Nota 2. Il ciclo di somministrazione del pembrolizumab è consistito nell’iniezione endovenosa del farmaco, alla dose di 200 mg, una volta ogni 3 settimane.