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I pazienti ricoverati nelle strutture di terapia intensiva sono frequentemente sottoposti a prelievi del sangue giornalieri di routine, ma sono realmente necessari senza una precisa indicazione clinica? Vediamolo insieme in questo studio.
Prelievi del sangue giornalieri nella terapia intensiva
I pazienti che vengono ricoverati nei reparti di terapia intensiva si sottopongono frequentemente a prelievi del sangue, che possono anche raggiungere le tre o quattro volte al giorno.
A causa di una varietà di situazioni fisiopatologiche che possono determinarsi nel paziente, molti medici dispongono l’esecuzione di molti esami del sangue, al fine di rilevare le concentrazioni e le fluttuazioni di diversi analiti di laboratorio.
Tuttavia, proprio a causa dell’alto numero di prelievo ematico giornaliero eseguito di routine e non su richiesta, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono a più alto rischio di sviluppare anemia, a causa della riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito.
Per questa ragione, negli ultimi anni, vari congressi di medicina in area critica stanno suggerendo di praticare i prelievi del sangue solo quando vi sono indicazioni cliniche importanti a giustificarli, evitando di eseguire esami di routine, addirittura per più di due volte al giorno.
A questo scopo sono state diramate delle linee guida sotto forma di campagna Choosing Wisely in area critica, le quali invitano, tra le altre cose, a eseguire i prelievi ematici solo quando è inevitabile e a proseguire le terapie antibiotiche solo in caso di necessità . Tuttavia mancano revisioni eseguite su larga scala che possano confermare questa indicazione clinica.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Revisione sistematica della letteratura.
- Luogo: Danimarca.
- Tipo di pazienti: Soggetti ricoverati nelle strutture di terapia intensiva o affini ad essa.
Scopo dello studio: i prelievi del sangue effettuati di routine nei pazienti in terapia intensiva apportano dei vantaggi clinici maggiori rispetto ai prelievi eseguiti su richiesta?
La revisione sistematica alla base di tale studio ha avuto come fine ultimo quello di fare luce sulla pratica del prelievo ematico eseguito di routine nei reparti di terapia intensiva, dimostrando come sia eseguito frequentemente e spesso senza indicazione clinica appropriata a giustificarlo.
Progettazione
Questa revisione sistematica della letteratura ha inizialmente preso in esame circa 12.200 papers, dai quali ne ha selezionati solo 70, di cui 50 inerenti studi non randomizzati e 20 inerenti studi osservazionali.
Successivamente gli autori hanno analizzato i dati clinici relativi ai pazienti, tutti ricoverati in reparti di terapia intensiva, pronto soccorso o strutture traumatologiche. Sono stati considerati dunque i vari esami del sangue eseguiti ai pazienti come il panel della coagulazione, la biochimica classica e l’emogasanalisi.
Risultati
Le osservazioni condotte dagli autori hanno evidenziato i seguenti risultati:
- In media, il 100% di tutti i pazienti ricoverati in terapia intensiva ha ricevuto almeno un prelievo di sangue giornaliero. Al contrario i pazienti ricoverati nelle strutture traumatologiche lo hanno ricevuto con una frequenza inferiore del 25%.
- Il gruppo di analisi del sangue più frequentemente richiesto nei reparti di terapia intensiva è stato quello della cosiddetta biochimica mista, comprendente emocromo, glicemia, elettroliti, enzimi epatici, ecc.
- I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva a conduzione ospedaliero-universitaria hanno ricevuto un numero di esami del sangue giornaliero significativamente maggiore rispetto ai reparti a indirizzo puramente ospedaliero.
- Non si sono registrate differenze in termini di mortalità o di effetti avversi nei pazienti che si sono sottoposti a prelievi ematici più frequenti, ma si sono riscontrate variazioni in termini di economia sanitaria.
Conclusioni
Questa revisione sistematica della letteratura ha fatto emergere come i pazienti ricoverati nelle strutture di terapia intensiva siano frequentemente sottoposti a prelievi ematici giornalieri, eseguiti non sempre dietro indicazioni cliniche valide ma di routine. Tale prassi si è verificata per lo più nei reparti ospedaliero-universitari e per pazienti assistiti da ventilazione meccanica.
Poiché la flebotomia frequente, eseguita di routine e per più volte al giorno, espone i pazienti a sviluppare anemia e quindi a un rischio di trasfusione più alto e gli ospedali a sostenere spese sanitarie maggiori, sarebbe opportuno limitare i prelievi di sangue alle occasioni strettamente necessarie.
Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Hjortsø CJS, Møller M, Perner A et al. Routine Versus On-Demand Blood Sampling in Critically Ill Patients: A Systematic Review. Critical Care Medicine 51(6):p 717-730. 2023.
[1] Cioc A, Fodor R, Benedek O et al. Blood sampling as a cause of anemia in a general ICU – a pilot study. Rom J Anaesth Intensive Care. 2015 Apr;22(1):13-16.
[2] Kleinpell R, Sessler C, Wiencek C. Choosing Wisely in Critical Care: Results of a National Survey From the Critical Care Societies Collaborative. Critical Care Medicine 47(3):p 331-336, March 2019.