Respirazione orale: perché è sbagliato respirare con la bocca

Respirazione orale: perché è sbagliato respirare con la bocca

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In questo articolo vedremo la differenza tra respirazione orale e respirazione nasale e capiremo come mai è preferibile respirare con il naso anziché con la bocca.

Il ruolo della respirazione nel nostro organismo

La respirazione fornisce al corpo l’ossigeno necessario alla sopravvivenza ed elimina l’anidride carbonica. Per giungere ai polmoni, l’aria può passare attraverso il naso o la bocca. 

Normalmente, la respirazione corretta avviene attraverso il naso, dove l’aria si riscalda e umidifica, entrando nell’organismo.  

Tuttavia, alcune persone tendono a respirare prevalentemente con la bocca: questa condizione è nota come respirazione orale.

Molte discipline sportive, meditative e del benessere psicofisico danno una importanza fondamentale all’apprendimento delle giuste tecniche respiratorie… non a caso! Nelle antiche discipline Qi Qong (cinese) e Pranayama (indiana) la corretta respirazione è propedeutica allo svolgimento del percorso formativo.

La corretta respirazione nasale è più impegnativa, per il maggiore sforzo che richiede.

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Purtroppo il moderno stile di vita e svariati fattori ambientali contribuiscono fortemente al diffondersi della cattiva abitudine alla respirazione orale.

Anche uno stato d’ansia, lo stress o le preoccupazioni inducono a un respiro più breve e superficiale, per lo più di tipo orale. A volte basta una ostruzione nasale temporanea, come per esempio un raffreddore prolungato, per innescare la più agevole respirazione orale rispetto a quella nasale. Può succedere che, successivamente, pur avendo le vie nasali libere, permanga la respirazione orale come abitudine e diventare quella più utilizzata.

Perché bisogna respirare con il naso? Fisiologia della normale respirazione nasale

Nel passaggio attraverso il naso l’aria viene filtrata, riscaldata e umidificata.

Se espiriamo attraverso il naso il flusso d’aria è rallentato grazie alla maggiore resistenza nasale (tra il 50 e il 200% maggiore rispetto alla resistenza orale).

I tratti delle vie aeree che determinano la resistenza nasale sono presenti in tutta la lunghezza del percorso nasale, circa 12-14 centimetri. Ma la porzione più importante per quantità e qualità è posta nei primi 2-3 centimetri del percorso, ossia quel tratto che va dalle narici esterne alla testa dei turbinati.

In conseguenza della maggiore resistenza al passaggio dell’aria attraverso il naso l’aria viene trattenuta più a lungo nei polmoni e quindi aumenta la quantità di ossigeno rilasciata attraverso i globuli rossi. Tutto ciò stimola l’elasticità dei polmoni, rinforza la muscolatura toracica, favorisce la pervietà degli alveoli evitando che si formino aree di scarsa ossigenazione (atelectasie). Lo sforzo che compie la gabbia toracica nella respirazione nasale crea una maggiore pressione negativa intratoracica che riduce l’affaticamento cardiaco.

Il maggiore apporto di ossigeno a tutti gli organi e ai muscoli si tradurrà in una maggiore resistenza fisica durante gli sforzi e in maggiore efficienza e benessere.

La respirazione orale e le alterazioni conseguenti: fisiopatologia

Dal momento che la resistenza nasale è decisamente maggiore di quella presentata dal percorso orale, per gli individui che presentano un’ostruzione temporanea o anatomica può diventare più comodo e spontaneo respirare per via orale.

Altre persone, pur non avendo problemi nella respirazione nasale che risulta efficace, respirano comunque con la bocca, spesso in modo inconsapevole. Sia nei bambini che negli adulti la respirazione orale ha delle conseguenze che possono anche essere gravi.

Vediamo quali sono le conseguenze della respirazione orale nel nostro organismo

Si riduce la circolazione di aria nelle vie nasali per cui ristagno, secchezza e raffreddamento favoriscono gran parte delle patologie ricorrenti dei tratti respiratori.

Si innesca la ipertrofia compensatoria delle mucose respiratorie, intensificando la produzione di muco nella speranza di captare più ossigeno.

L’aumento della produzione di muco a sua volta riduce ulteriormente la pervietà delle vie nasali anteriori. Il ristagno di muco crea infiammazione e infezioni, quindi edema che ostruisce definitivamente gli accessi ai seni paranasali con formazioni di sinusiti, polipi, etmoiditi, etc.

Lo stesso processo si può avere per le vie nasali posteriori, con infiammazioni delle adenoidi, ipertrofia tonsillare e conseguente posizionamento in basso ed in avanti della lingua.

Le infiammazioni ed infezioni del rinofaringe, mediante la tuba di Eustachio, si trasmettono all’orecchio medio provocando otiti, ipoacusia, acufeni, labirintiti ed altre patologie dell’apparato auditivo.

Il premio Nobel 2019 in Fisiologia e Medicina è stato assegnato a W. Kaelin, P. Ratcliffe e G. Semenza. Questi scienziati hanno scoperto come, nelle condizioni di relativa ipossia (scarsa disponibilità di ossigeno), le cellule usano le loro riserve energetiche per compensare questa condizione e sono bersaglio più facile del cancro.

Le conseguenze negative della ridotta ossigenazione si hanno più facilmente negli organi con parenchima (rene, polmone, fegato, prostata, etc.) a cominciare dalla compromissione delle funzioni specifiche. Nella respirazione orale si crea uno stato di relativa ipossia. Si calcola che l’ossigenazione del sangue peggiori del 15-20% con la respirazione orale.

La respirazione orale aumenta la frequenza degli atti respiratori

Dal momento che i polmoni estraggono ossigeno dall’aria inspirata soprattutto durante l’espirazione, aumentando la frequenza respiratoria si riduce l’ossigeno assorbito.

Se espiriamo attraverso la bocca il passaggio d’aria è facilitato, per cui l’aria nei polmoni non rimane molto e si riduce drasticamente l’ossigeno incamerato.

La ridotta ossigenazione dei tessuti provoca un maggiore stimolo dei centri automatici respiratori che intensificano di conseguenza il ritmo degli atti respiratori, generando tachipnea, e si incrementa la vasocostrizione dei vasi periferici per risparmiare ossigeno (favorendo infarti e ictus).

Quali sono le cause della respirazione orale?

La respirazione orale viene classificata in tre categorie:

  • Ostruttiva
  • Anatomica
  • Abituale

Cause di respirazione orale ostruttiva

La respirazione orale di natura ostruttiva è prodotta dall’ostruzione, in genere temporanea, delle vie aeree nasali, che può avvenire per ipertrofia delle strutture nasali, in conseguenza dell’infiammazione/infezione oppure per la presenza di muco al loro interno:

  • comune raffreddore
  • rinite
  • sinusite
  • allergie

Cause di respirazione orale anatomica

Nella respirazione orale di natura anatomica ci sono delle situazioni specifiche della conformazione delle vie aeree che impediscono il passaggio dell’aria attraverso la via nasale:

  • setto nasale deviato
  • polipi nasali
  • forme nasali disfunzionali
  • ipertrofia dei turbinati
  • adenoidi ipertrofiche
  • aumentata resistenza nasale iatrogena (in conseguenza di interventi chirurgici, ad esempio)

La respirazione orale abituale

Spesso accade che la respirazione orale si instauri per via di una difficoltà reale alla respirazione nasale e che poi venga mantenuta scorrettamente come abitudine, in conseguenza di fattori quali:

  • stress
  • ansia
  • mancata educazione alla respirazione nasale

Conseguenze a lungo termine della respirazione orale

La respirazione orale dovrebbe essere utilizzata saltuariamente e solo nei casi di ostruzione temporanea, per esempio durante un periodo con raffreddore, allergie. Invece spesso dopo aver iniziato la respirazione orale per via del problema contingente, essa venga mantenuta nel tempo.

Desidero evidenziare quella che secondo me è la principale causa di respirazione orale: la mancanza quasi assoluta di educazione alla respirazione nasale.

Moltissimi problemi, sia nei bambini che negli adulti, sicuramente potrebbero essere evitati con la corretta respirazione nasale.

Da statistiche recenti risulta che circa il 50% dei bambini e l‘80% della popolazione hanno una scorretta funzione respiratoria.

Patologie respiratorie come conseguenza della respirazione nasale

L’utilizzo della respirazione orale è spesso associato alla presenza di patologie delle vie aeree nei bambini, come:

  • Raffreddore
  • Alitosi
  • Bocca secca
  • Otiti
  • Tonsillite
  • Adenoidite
  • Bronchiti e polmoniti (per inalazione dei batteri e virus presenti nel cavo orale)
  • Allergie
  • Asma
  • Intolleranze alimentari
  • Russamento
  • Disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento
  • Indebolimento del sistema immunitario
  • Reflusso gastrico
  • Enuresi notturna (nicturia negli adulti)

E’ possibile anche che le ricorrenti patologie delle vie respiratorie siano conseguenza e non causa di una funzione respiratoria scorretta.

Conseguenze della respirazione orale nei bambini

Inoltre, persistendo l’abitudine errata alla respirazione orale, nei bambini, viene rallentata la normale crescita corporea e compromessa la normale crescita facciale con malocclusioni, disfunzioni temporo-mandibolari, affollamento dentale, gummy smile, ipoplasia mandibolare, allungamento del viso, occhiaie accentuate e scure, postura scorretta, fatica cronica, vizi posturali. (1)

L'ipossia nella ventilazione orale: conseguenze negli adulti

Negli adulti, oltre ai molti dei problemi accennati, si possono aggiungere problemi cardiocircolatori, quali ipertensione, aritmia, apnea notturna, problemi neurologici e comunque malessere generale, sia per la ridotta ossigenazione che per la ridotta eliminazione di sostanze tossiche.

Conseguenze della respirazione orale: riduzione dell'anidride carbonica (CO2) nel sangue

Abbiamo già visto precedentemente che la respirazione orale aumenta la frequenza respiratoria e di conseguenza tende a ridurre l’anidride carbonica (ipocapnia), pur mantenendo un simile livello di ossigenazione, rispetto alla respirazione nasale.

La maggior parte delle persone pensa che la CO2 sia un gas di scarto di cui bisogna liberarsi. In realtà ha importanti funzioni tra cui la principale è la regolazione della respirazione.  Un basso livello di CO2 nel sangue (ipocapnia) aumenta la frequenza respiratoria, mentre un alto livello (ipercapnia) rallenta la frequenza respiratoria. 

Altra importante funzione della CO2 è quella di essere responsabile del rilascio dell’ossigeno dall’emoglobina ai tessuti (effetto Bohr). In caso di respirazione orale si abbassano i livelli di CO2, per via dell’aumento della frequenza respiratoria, per cui le molecole di emoglobina, pur cariche di ossigeno, fanno più fatica a rilasciarlo alle cellule, portando a una condizione di relativa ipossia (carenza di ossigeno nell’organismo).

La riduzione di livelli di CO2 induce anche ipersecrezione di muco e quindi ulteriore restringimento delle vie respiratorie.

I reni tendono così a compensare la variazione del pH ematico, aumentando l’escrezione di bicarbonato (prodotto metabolico della CO2) e portando a impoverimento di magnesio e calcio dell’organismo. 

L’anidride carbonica ha anche una forte attività antibatterica: la crescita di stafilococchi in presenza di aria normale è 1.000 volte più alta rispetto ad ambiente saturo al 100% di CO2. La sua riduzione, dovuta all’aumento degli atti respiratori durante la respirazione orale potrebbe ridurre la capacità di lottare contro le infezioni.

Conseguenze della respirazione orale: disidratazione 

L’aria che entra nel nostro organismo è particolarmente scarsa di vapore acqueo, mentre quella presente nel polmone ne è ricca. Durante il passaggio per le vie aeree l’organismo deve umidificare progressivamente l’aria in entrata. Questo processo è molto meno dispendioso in termini di acqua utilizzata se si utilizza la respirazione nasale piuttosto che la respirazione orale. Nella respirazione orale perciò aumenta il grado di disidratazione. Nella respirazione nasale la dispersione di acqua è invece ridotta del 42%.

La respirazione orale peggiora gli stati d'ansia

Nei comunissimi stati d’ansia, il respiro si modifica diventando più frequente, più breve e più superficiale (iperventilazione). Il perdurare di questo stato d’ansia oltre la durata fisiologica di qualche minuto, innesca variazioni a catena tra cui: ipocapnia, alcalosi, riduzione dell’ossigenazione cerebrale, incremento della frequenza respiratoria con aumento della sensazione di disagio. 

Negli stati cronici di ansia la sensazione di disagio può aumentare fino a diventare di soffocamento a causa della sospensione temporale del gesto respiratorio, conclamandosi in un vero e proprio attacco di panico.

L'ossido nitrico

Nelle cavità paranasali viene prodotta una sostanza, l’Ossido Nitrico (NO), sotto forma di gas.

Questa sostanza ha importanti funzioni in una varietà di processi fisiologici e fisiopatologici nel corpo, tra cui: vasoregolazione, emostasi, neurotrasmissione, immunità e respirazione.

Gli alti livelli di ossido nitrico nelle vie aeree nasali e paranasali contribuiscono come prima e importante difesa contro i microrganismi. Inoltre, l’autoinalazione di NO nasale può migliorare la funzione polmonare e altri processi fisiologici remoti.

L’aria introdotta attraverso la respirazione nasale si miscela con l’Ossido Nitrico, giungendo ai polmoni. Nella respirazione orale questo processo non avviene, annullando i numerosi benefici della sostanza.

Respirazione orale e fumo di sigaretta

Pochissimi studi sono stati effettuati per evidenziare le relazioni tra respirazione orale e incidenza del cancro polmonare. Uno degli studi più interessanti è stato svolto a Singapore. E’ stata evidenziata una più alta frequenza di cancro polmonare in soggetti con rinosinusite cronica. (2)

Notoriamente la maggiore causa di cancro ai polmoni è il fumo di sigaretta: il 72,2% dei pazienti con cancro polmonare erano fumatori, ma il 27,8% non fumatori… dato non trascurabile.  I risultati della ricerca hanno invece dimostrato che le infiammazioni croniche delle vie aeree superiori, naso e mucose sinusali (rinosinusite), sono associate con un maggiore rischio di incidenza del cancro polmonare. La spiegazione di questo fenomeno potrebbe risiedere nella formazione di cicatrici in conseguenza degli episodi di rinosinusite.

Dal momento che il gesto del fumare la sigaretta avviene per via orale, favorisce la respirazione orale. Sarebbe interessante approfondire la percentuale di soggetti con respirazione orale tra i pazienti con cancro polmonare. Rimane la certezza che il fumo di sigaretta favorisca le neoplasie e che l’inalazione del fumo avvenga per via orale, bypassando il naturale filtro costituito dal naso.

Conclusioni: l'importanza della prevenzione della respirazione orale

Abbiamo visto sin qui quanto sia importante la respirazione nasale e quali conseguenze, poco note, vi siano per l’organismo qualora si utilizzi cronicamente la respirazione orale anziché quella nasale.

Questi argomenti sono poco noti ai più, anche ai medici. Sarebbe quanto mai opportuno che i vari professionisti sanitari svolgessero un’opera di prevenzione e di divulgazione di questi concetti presso i loro assistiti in modo che la popolazione possa dare la giusta importanza alla respirazione nasale.

Bibliografia: fonti e note

  1. C Grippaudo, EG PaolantoniG AntoniniR SaulleG La TorreR Deli –Association between oral habits, mouth breathing and malocclusion
  2. Woon-Puay Koh, Jian-Min Yuan, Renwei Wang, Adeline Seow, Hin-Peng Lee, and Mimi C. Yu – Chronic rhinosinusitis and risk of lung cancer in the Singapore Chinese Health Study