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Come si può migliorare la riuscita del trapianto di cuore ricevuto da pazienti con morte cerebrale?

In questo studio si sarebbe cercato di migliorare la riuscita del trapianto di cuore tramite la somministrazione di ormoni nel donatore.

Riuscita del trapianto di cuore: possibili strategie per il miglioramento

Il trapianto di cuore viene eseguito in pazienti affetti da insufficienza cardiaca di grado molto severo, i quali necessitano di supporti meccanici per la circolazione e per l’attività inotropa del cuore. Anche i soggetti interessati da una fibrillazione ventricolare particolarmente grave e non rispondente alle consuete terapie, possono ricevere indicazioni al trapianto di cuore.

Dal primo trapianto di cuore, avvenuto nel 1967, fortunatamente la conoscenza medica si è ampiamente evoluta e ha permesso, anche grazie all’affinamento delle terapie immunosoppressive, di poter effettuare tante procedure di trapianto senza complicazioni.

Non tutti i pazienti affetti da un’insufficienza cardiaca molto grave sono candidabili al trapianto, in quanto se si hanno comorbidità severe al fegato (cirrosi), al rene (insufficienza renale avanzata) o al polmone (embolia polmonare), la procedura è controindicata. Chiaramente anche nel caso di infezioni attive la tecnica non viene effettuata per l’alto rischio di complicanze.

Sul piano del soggetto donatore, il cuore da trapiantare viene prelevato da pazienti dichiarati morti cerebralmente. In conseguenza di ciò, può accadere che in seguito alla morte cerebrale il cuore e gli altri tessuti del soggetto donatore si destabilizzino fortemente, talvolta invalidando la procedura di trapianto.

Per tale ragione alcuni scienziati si stanno concentrando nel permettere il mantenimento funzionale dell’organismo donatore, ad esempio mediante l’iniezione endovenosa di specifici ormoni, come la l-tiroxina (T4), che sarebbe in grado di salvaguardare temporaneamente l’instabilità emodinamica del soggetto donatore prima del trapianto.

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Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
  • Luogo: USA.
  • Tipo di pazienti: Soggetti potenziali donatori di cuore emodinamicamente instabili.

 

Scopo dello studio: è possibile migliorare la riuscita del trapianto di cuore con un’iniezione di ormoni nel donatore?

Gli autori dello studio hanno valutato l’efficacia dell’infusione endovenosa di l-tiroxina in soggetti potenziali donatori di cuore e scompensati sul piano emodinamico, per valutare un possibile miglior tasso di riuscita del trapianto.

 

Progettazione

Nello studio sono stati inclusi 838 soggetti, tutti di età compresa tra i 14 e i 55 anni, dichiarati cerebralmente morti dall’équipe medica e affetti da instabilità emodinamica.

Tutti questi soggetti avevano autorizzato il trapianto di cuore in caso di morte cerebrale e sono stati sottoposti entro 24 ore dal decesso a randomizzazione in due gruppi di egual numero:

  • il primo gruppo, sperimentale, ha ottenuto la somministrazione endovenosa di l-tiroxina;
  • il secondo gruppo, di controllo, ha invece ricevuto un placebo sotto forma di infusione di soluzione salina.

 

Risultati

I risultati dello studio hanno messo in luce una percentuale di sopravvivenza a 30 giorni dal trapianto sovrapponibile in entrambi i gruppi. Inoltre nel gruppo che ha ricevuto l’infusione endovenosa di l-tiroxina si sono registrati più casi di ipertensione e di tachicardia.

 

Conclusioni

L’utilizzo della l-tiroxina nei pazienti donatori di cuore, affetti da instabilità emodinamica, non ha recato grande giovamento in termini clinici e sono pertanto necessari ulteriori studi in questo settore.

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Dhar R, Marklin GF, Klinkenberg WD et al. Intravenous levothyroxine for unstable brain-dead heart donors. New England Journal of Medicine. 2023 Nov 30;389(22):2029–38.

[1] Ahmed T, Jain A. Heart Transplantation. [Aggiornato il 22 Maggio 2023]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024.