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La semaglutide può ridurre il rischio cardiovascolare in soggetti in sovrappeso non diabetici e cardiopatici?

La semaglutide si è rivelata significativamente efficace nel ridurre il rischio cardiovascolare gravi in pazienti obesi o in sovrappeso cardiopatici in partenza ma non diabetici.

Sovrappeso ed obesità: rischio cardiovascolare e semaglutide

Il sovrappeso e l’obesità rappresentano attualmente dei problemi di salute pubblica a livello mondiale, dal momento che questo fenomeno è in crescita dilagante e colpisce le persone in maniera trasversale. Infatti anche l’obesità in età adolescenziale si sta rivelando come un fenomeno frequente, interessando circa un adolescente ogni cinque negli USA.

Queste due condizioni (l’obesità più del sovrappeso) costituiscono terreno fertile per lo sviluppo di molte patologie croniche metaboliche, tra cui il diabete mellito, la dislipidemia e la sindrome metabolica. A loro volta tali condizioni rappresentano dei fattori di rischio importanti per le malattie cardiovascolari, tra cui l’infarto acuto del miocardio.

Oltre che nel cercare di mantenere uno stile di vita attivo e seguire una dieta nutrizionalmente corretta per perdere peso, le terapie non chirurgiche dell’obesità si stanno concentrando sulla somministrazione di farmaci denominati incretino-mimetici.

Questi farmaci, che comprendono la liraglutide e la semaglutide, sono in grado di mimare l’azione fisiologica delle incretine, supportando la produzione di insulina endogena e favorendo il precoce senso di sazietà, e dunque inducendo la perdita di peso.

 

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
  • Luogo: Paesi partecipanti allo studio SELECT.
  • Tipo di pazienti: Soggetti adulti affetti da malattia cardiovascolare, obesi o in sovrappeso, senza storia di diabete.

 

Scopo dello studio: la semaglutide è efficace nel ridurre il rischio cardiovascolare?

Gli autori di questo studio multicentrico hanno valutato l’efficacia della semaglutide, un farmaco incretino-mimetico, nel ridurre il rischio cardiovascolare in soggetti in sovrappeso/obesità, non diabetici e affetti da una malattia cardiovascolare.

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Progettazione

Nello studio sono stati inclusi circa 17.600 pazienti adulti, tutti con un BMI uguale o superiore a 27 (sovrappeso o obesità) e affetti da una malattia cardiovascolare clinicamente confermata.

La condizione imposta dai ricercatori è che nessuno dei partecipanti fosse affetto da diabete mellito e, trascorsa la fase selettiva, gli stessi partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi:

  • il primo gruppo, sperimentale, ha ottenuto la somministrazione della semaglutide per via sottocutanea una volta alla settimana, con un dosaggio incrementale fino a 2,4 mg di mantenimento;
  • il secondo gruppo, di controllo, ha invece ricevuto la somministrazione di un placebo, sempre per via sottocutanea.

 

Risultati

Dopo che la sperimentazione è durata in media circa 2 anni e 10 mesi e il follow-up medio ha superato i tre anni, si sono registrati i seguenti risultati:

  • i pazienti del gruppo sperimentale hanno riportato un rischio inferiore al 20% di sviluppare un evento cardiovascolare grave, come la morte improvvisa, l’infarto acuto del miocardio e l’ictus cerebrovascolare;
  • gli eventi avversi, soprattutto di natura gastrointestinale, si sono verificati con una frequenza maggiore nei partecipanti che hanno assunto la semaglutide rispetto a coloro che hanno ricevuto il placebo.

 

Conclusioni

La semaglutide si è rivelata significativamente efficace nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi in pazienti obesi o in sovrappeso cardiopatici in partenza ma non diabetici.

Questa considerazione si accompagna alla già comprovata efficacia della semaglutide di abbassare il rischio cardiovascolare in pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2.

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Lincoff AM, Brown-Frandsen K, Colhoun HM et al. Semaglutide and cardiovascular outcomes in obesity without diabetes. New England Journal of Medicine. 2023 Dec 14;389(24):2221–32.