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Tecarterapia: cos'è e come funziona
La tecarterapia è un’apparecchiatura di nuova concezione utilizzata in fisioterapia come coadiuvante nella riabilitazione muscolo scheletrica, nei traumatismi sportivi, edemi post chirurgici o nelle mialgie.
In generale le altre terapie fisiche attivano dall’esterno alcuni processi metabolici e di riparazione cellulare nei tessuti riceventi, come accade per gli ultrasuoni (che utilizzano le onde sonore) o la magnetoterapia (che utilizza le onde elettromagnetiche).
La tecarterapia invece utilizza l’energia endogena: si ha un passaggio di energia tra il manipolo e il condensatore, che mediante correnti ad alta frequenza nell’intervallo tra 300KHz e 1Mhz produce un’accelerazione degli elettroni cellulari, generando calore interno.
L’iperemia [1] prodotta biostimola i naturali processi riparativi con azione miorilassante ed antiedemigena, bloccando la catena pro infiammatoria e stimolando la cascata antinfiammatoria.
Le due modalità di trasferimento di energia capacitiva (ideale per i tessuti molli e superficiali) e resistiva, adatta per i tessuti fibrosi e più profondi (tendini, fasce, aponeurosi, legamenti, trigger), consentono di poter trattare sia tessuti superficiali che tessuti più profondi [2].
Perché utilizzare la tecarterapia
La tecarterapia è una tecnologia non invasiva e non ablativa ed è ben tollerata anche da coloro che soffrono di iperalgesia o allodinia.
Un’accortezza che l’operatore ben conosce nell’utilizzo di tale terapia è che il grado d’iperemia prodotto può essere cosi repentinamente elevato da scottare i tessuti dall’interno. È quindi necessario tenere conto:
- del tipo di pelle che si sta trattando
- della quantità di grasso o acqua presenti (poiché fungono da dissolvente e barriera)
- della zona da trattare, utilizzando il manipolo velocemente.
Quali sono gli effetti biologici della tecarterapia?
L’aumento dell’attività metabolica con aumento della produzione di ATP velocizza i processi di riparazione tissutale ed il calore generato aumenta la permeabilità vasale attraverso il processo di vasodilatazione ematica favorendo il drenaggio linfatico (effetto wash out) con lo smaltimento dei cataboliti prodotti dalla cascata infiammatoria, con conseguente miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti, velocizzando la riparazione e il recupero tissutale e il riassorbimento degli edemi.
L’effetto del calore prodotto inoltre offre un azione miorilassante.
È una delle terapie con il più alto indice d’efficienza, arrivando spesso anche al 50% di guarigione soprattutto per lesioni muscolari e traumi distorsivi.
Il vantaggio della tecarterapia rispetto ad altre terapie energetiche consiste nell’interessare gli strati profondi muscolari non trattabili con trasferimenti esterni di energia.
Alcune condizioni efficacemente trattate
- Atralgie (dolori articolari)
- Capsuliti (es. spalla congelata)
- Contratture muscolari
- Distorsioni
- Dorsalgia
- Edema post chirurgico
- Edema post protesico
- Edemi da cisti di Baker
- Elongazioni e strappi muscolari
- Fascite plantare
- Glutalgia
- Lombalgia (8)
- Lifedema (6)
- Mialgie (dolori muscolari)
- Miotendiniti
- Rigidità e tensione muscolare
- Sindrome da impingment
- Sindrome del pronatore
- Sinovite
- Tallonite
- Traumatismo sportivo
- Trigger point.
Controindicazioni alla tecarterapia
Come tutte le terapie fisiche è controindicata in assoluto nei portatori di pacemaker e arteriopatie.
In caso di gravidanza non sono state documentate controindicazioni tuttavia sarebbe opportuno astenersi nell’utilizzare il macchinario nella zona dei lombi ed addominale.
Limiti nell’utilizzo della tecaterapia
La tecarterapia presenta una quasi totale assenza di controindicazioni (come per altre terapie fisiche meno moderne) e grazie all’effetto decongestionante e miorilassante del calore endogeno è molto efficace in molte condizioni morbose dell’apparato muscolo scheletrico; tuttavia essa non è un miracolo che va bene per tutte le condizioni.
Infatti proprio per la sua spiccata attività termica (1) la tecarterapia non è adatta:
- in tutte quelle condizioni infiammatorie dove il calore e la conseguente vasodilatazione promuoverebbe edemi e la cascata infiammatoria anziché spegnerla (fasi acute di patologie reumatiche, traumatismi, post chirurgia, sindromi, ecc.). Non è da considerarsi quindi il gold standard per qualunque condizione muscolo scheletrica nelle quali l’infiammazione è in fase acuta o presente, o nei traumi in acuto (ad esempio in un traumatismo sportivo in acuto è più efficace la crioterapia).
- Non è efficace in caso di entesiti, tenosinoviti e borsiti, in quel caso il gold standard è il laser.
- Rispetto ad altri elettromedicali è meno efficace nelle tendiniti.
- Non è efficace nelle ostofitosi, speroni, calcificazioni, ecc.: in quel caso il gold standard è l’onda d’urto.
- Non è efficace nelle patologie degenerative ossee (come ad esempio nel morbo di Sudeck, edema osseo, osteoporosi, fratture mal consolidate, osteocondrosi, ecc.): in quel caso il gold standard è la magnetoterapia.
- Non è efficace nell’ernia discale asintomatica. Sebbene il calore potrebbe migliorare il dolore muscolare dei muscoli del rachide in caso di ernia asintomatica, inibire la rigidità muscolare con conseguente dolore (8) in fase acuta peggiorerebbe il dolore neuropatico (parestesie, diestesie, intorpidimenti, dolore irradiato agli arti inferiori o superiori), poiché in quel caso i muscoli si contraggono in difesa delle strutture intrappolate o pressate (nervi) formando un corsetto antalgico naturale che autolimita l’ulteriore pressione sul disco erniato.
La valutazione del fisioterapista
La tecarterapia è spesso proposta dai medici curanti come principale terapia conservativa da utilizzare in molte patologie in cui è coinvolto il sistema muscolo scheletrico.
Una volta eseguita la prescrizione, il fisioterapista valuta l’opportunità del suo utilizzo nella specifica patologia o se eventualmente affiancarla o sostituirla con un’altra terapia fisica.
Il fisioterapista valuterà:
- la patologia franca o sfumata presente
- la sua stadiazione
- le eventuali presenze di comorbidità
- la presenza di controindicazioni all’utilizzo
- gli obiettivi terapeutici che si intende raggiungere,
Egli così sceglie quali terapie fisioterapiche associare (5), come terapie di supporto e adiuvanti. In questo possono essere molto utili gli strumenti elettromedicali come elemento aggiuntivo e sinergico di terapia.
A cosa fare attenzione
Il principio vincente della tecarterapia è il calore, ragion per cui si sconsiglia di proporre o utilizzare questo macchinario nelle condizioni in cui il calore peggiora la situazione (come ad esempio in fasi infiammatorie o acute).
In questi casi vanno considerate forme di terapia fisica alternative che stimolino comunque i processi riparativi e rigenerativi biologici senza ricorrere al calore.
ESEMPIO CLINICO DI GOOD PRACTICE
Nel caso di una tallonite cronica con fascite plantare causata da una calcificazione retroachillea (7-9), la proposta conservativa dovrebbe considerare l’utilizzo delle onde d’urto focali per la calcificazione, la tecarterapia per la fascite-tallonite (7), eventualmente la laserterapia (9) se presente tendinite o borsite; il tutto supportato da manipolazioni fasciali, mobilizzazioni articolari, esercizi detensivi e di allungamento e rinforzo selettivo.
Conoscere i meccanismi con le quali le terapie fisiche si interfacciano, la fisiologia e i cambiamenti biologici promossi, risulta essere fondamentale per poter allestire un programma riabilitativo personalizzato che possa rispondere in modo veloce ed efficace a 360° alle esigenze del paziente.
Studi correlati
La tecarterapia è una terapia relativamente giovane rispetto ad altre terapie fisiche per le quali i risultati sono supportati da studi scientifici prodotti in anni di sperimentazione e casi. Nel caso della tecarterapia invece i dati a supporto dell’efficacia biologia ed eventuali effetti avversi sono ancora preliminari.
I dati nelle condizioni muscolo-scheletriche come lombalgia, chirurgia dell’anca, tendinopatia della cuffia dei rotatori sono stati valutati in una revisione della letteratura che ne supporta l’uso esclusivo o combinato (2-4-7), ma le prove incluse a tutt’oggi risultano essere scarse.
Bibliografia: fonti e note
- Superficial Heating Evaluation by Thermographic Imaging before and after Tecar Therapy in Six Dogs Submitted to a RehabilitationProtocol: A Pilot Study Simona Valentini, Enrico Bruno, Caterina Nanni, Vincenzo Musella, Michela Antonucci, Giuseppe Spinella, TECAR therapy.
- Effects of a capacitive-resistive electric transfer therapy on physiological and biomechanical parameters in recreational runners: A randomized controlled crossover trial. Duñabeitia I, Arrieta H, Torres-Unda J, Gil J, Santos-Concejero J, Gil SM, Irazusta J, Bidaurrazaga-Letona I.
- Acute Effects of Tecar Therapy on Skin Temperature, Ankle Mobility and Hyperalgesia in Myofascial Pain Syndrome in Professional Basketball Players: A Pilot Study. Yeste-Fabregat M, Baraja-Vegas L, Vicente-Mampel J, Pérez-Bermejo M, Bautista González IJ, Barrios C.
- Ribeiro S., Henriques B., Cardoso R. The effectiveness of Tecar therapy in musculoskeletal disorders. Int J Public Health & Health Syst 2018; 3(5):77-83.
- TECAR Therapy Associated with High-Intensity Laser Therapy (Hilt) and Manual Therapy in the Treatment of Muscle Disorders: A Literature Review on the Theorised Effects Supporting Their Use, Dan Alexandru Szabo, Nicolae Neagu, Silvia Teodorescu, Corina Predescu, Ioan Sabin Sopa, Loredana Panait.
- Preliminary evidence of effectiveness of TECAR in lymphedema, N Cau, V Cimolin, V Aspesi, M Galli, F Postiglione, A Todisco, E Tacchini, D Darno, P Capodaglio.
- Treatment for insertional Achilles tendinopathy: a systematic review, J I Wiegerinck, G M Kerkhoffs, M N van Sterkenburg, I N Sierevelt, C N van Dijk.
- Short termefficacy of capacitive-resistive diathermy therapy in patients with low back pain: a prospective randomized controlled trial. Notarnicola A, Maccagnano G, Gallone MF, Covelli I, Tafuri S, Moretti B.
- TECAR Therapy Associated with High-Intensity Laser Therapy (Hilt) and Manual Therapy in the Treatment of Muscle Disorders: A Literature Review on the Theorised Effects Supporting Their Use. Szabo DA, Neagu N, Teodorescu S, Predescu C, Sopa IS, Panait L.