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Vedendo ormai negli ultimi anni professionisti sanitari come osteopati, chiropratici o fisioterapisti “scrocchiare le ossa”, viene spontaneo chiedersi: “Cosa succede quando scrocchiano le ossa?” e “Si avverte dolore o no?” o “Può fare bene scrocchiarsi?”
Vediamo realmente cosa succede all’organismo quando si effettuano tecniche di manipolazione, meglio chiamate tecniche di Thrust manipolativo o tecniche HVLA (High Velocity Low Amplitude).
Cos’è il Thrust manipolativo?
Il Thrust è una procedura di manipolazione manuale sulle articolazioni.
E’ eseguita da un professionista esperto, in genere osteopata o fisioterapista, allo scopo di creare un movimento, un distanziamento o un riposizionamento di una struttura corporea rispetto ad un’altra.
Cosa accade esattamente durante la manipolazione articolare?
Nell’ultimo decennio sono state proposte molte teorie per spiegare i meccanismi della manipolazione, in particolare quella spinale, ma la sua esatta natura è rimasta in dubbio, come viene descritto da un commento sul British Medical Journal (1969).
Ad esempio il ginocchio, l’anca, e i tendini adesi a prominenze ossee possono produrre dei ‘clic’ che talvolta risultano udibili. Il muscolo tensore della fascia lata è particolarmente suscettibile nel fare questo rumore, al di sopra del grande trocantere del femore. La maggioranza delle manipolazioni non sembrano derivare da questo meccanismo, in quanto nel thrust si effettua una vera e propria pressione, torsione o allungamento principalmente fra le diartosi (articolazione sinoviale o diartrodiale, riguardante superfici ossee che scivolano sulla cartilagine articolare).
L’unico studio dettagliato del thrust nell’articolazione metacarpo-falangea, per quanto gli autori ne siano a conoscenza, è quello di Roston e Wheeler Haines (1947). Prima di questo lavoro erano state osservate delle bolle all’interno delle articolazioni da Fick (1911), Dittmar (1933) e Nordheim (1938), che ne erano interessati come strumento per ottenere radiografie di fibro-cartilagine nel ginocchio senza dover utilizzare radiografie con mezzo di contrasto.
Ciò dimostra che queste bolle prodotte all’interno dell’articolazione non sono la causa ma l’effetto del thrust, e che la ‘cavitazione’ del fluido è il responsabile rumore della manipolazione. Inoltre, alcuni suggerimenti importanti spiegano perché alcune articolazioni non possono essere manipolate perché, avendo già subito un thrust, dovranno trascorrere circa 20 minuti prima che la stessa articolazione possa essere manipolata di nuovo.
Come viene eseguito un Thrust?
La tecnica non è dolorosa, necessita di una preparazione rigorosa e attenta affinché possa produrre gli effetti desiderati. Partiamo dal presupposto che, in osteopatia, le tecniche manipolative possono essere molteplici, ma principalmente si dividono in due tipi:
- dirette (HVLA);
- indirette (ad esempio sui tessuti molli o sui muscoli).
Le tecniche che producono quel famoso ‘crack’ sono classificate come tecniche dirette che vengono effettuate con movimenti ad alta velocità di esecuzione e bassa ampiezza, o appunto, in inglese, HVLA (1).
Per poter essere efficace è necessario che la tecnica utilizzi il principio della barriera restrittiva, ovvero la barriera che si interpone tra un punto neutro e la barriera fisiologica di un’articolazione o di un segmento che si presenta in uno stato disfunzionale.
La procedura per effettuare una manipolazione articolare
Vediamo in dettaglio qual è la procedura per l’esecuzione di un thrust.
- La preparazione della manipolazione articolare inizia con il controllo dei parametri disfunzionali e il corretto posizionamento del paziente.
- Segue la ricerca della barriera restrittiva facendo compiere al paziente specifici movimenti passivi.
- Nella terza fase il paziente deve raggiungere una condizione di rilassamento miofasciale, poiché altrimenti la tensione muscolare e l’irrigidimento potrebbero influenzare il buon esito della manipolazione, nonché creare contratture muscolari.
- Si esegue la tecnica con un movimento breve ed un’alta velocità di esecuzione.
- Terminata la procedura, si rivalutano i parametri disfunzionali e la ROM (Range Of Motion), ovvero l’ampiezza del movimento dell’articolazione, che dopo l’esecuzione della tecnica dovrebbe essere aumentato.
In poche parole, si effettua la tecnica nel punto preciso in cui si posiziona la barriera restrittiva e in quel punto viene dato l’input meccanico attraverso un movimento rapido e breve del terapista. Non si arriva mai ad effettuare la tecnica oltre la barriera anatomica e fisiologica dell’articolazione, perché in quel caso è possibile creare del danno.
Gli effetti immediati e a breve termine della manipolazione
Una cosa interessante è vedere quali sono gli effetti reali dopo che la manipolazione viene eseguita. Ad esempio, la manipolazione effettuata a livello lombopelvico ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nel dolore e, soprattutto, nel controllo dell’equilibrio (direzione anteriore) e nel senso di posizionamento dell’articolazione del ginocchio in soggetti che presentavano dolore femoro-rotuleo, quindi benefici anche a livello propriocettivo. Inoltre, si sono osservate differenze significative per quanto riguarda il dolore a 60° gradi di flessione del ginocchio subito dopo il thrust.
Per quanto riguarda la manipolazione della colonna toracica in pazienti con radicolopatia cervicale, si è visto come la manipolazione toracica abbia comportato miglioramenti nel dolore, nel ROM cervicale e nella resistenza dei muscoli flessori profondi del collo. I pazienti trattati con la manipolazione avevano maggiori probabilità di riportare un moderato miglioramento dei sintomi di dolore al collo e agli arti superiori fino a 48-72 ore dopo il trattamento.
In ultimo, si è visto come l’effetto immediato della manipolazione osteopatica del rachide cervicale sulla meccanosensibilità del nervo mediano abbia avuto, come previsto, un effetto benefico nel ridurre la sensibilità meccanica neurale degli arti superiori e un miglioramento della ROM.
Anche a livello viscerale la manipolazione produce degli effetti sul sistema nervoso autonomo (SNA) il quale innerva vari organi composti da muscolatura liscia (cuore, polmoni, pupille, saliva, fegato, reni, vescica e ghiandole digestive), regolandone i diversi processi corporei come frequenza cardiaca, respiratoria, sudore e secrezione salivare, pressione sanguigna e risposta pupillare. Nell’input che viene dato nel thrust, viene colpito l’organo innervato tramite i metameri (segmenti muscolari della colonna collegati direttamente al sistema nervoso attraverso i nervi spinali), complice anche di stati psico-somatici o emozionali, situazioni in cui si è notato il beneficio post-manipolatorio.
Approfondimento: thrust osteopatico e gli effetti sul sistema nervoso centrale
La manipolazione, o thrust, ha molteplici effetti sull’organismo. In questo articolo ci concentriamo in particolare sugli effetti della manipolazione manuale sul sistema nervoso centrale.
Bibliografia: fonti e note
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(1) Queste tecniche possono diventare anche indirette, ma tra gli osteopati americani l’HVLA è descritta il più delle volte come una tecnica diretta.