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I trigliceridi sono una classe di lipidi localizzati nel sangue e prodotti dal corpo tramite l’alimentazione. Quando i livelli di questi grassi nel sangue superano un certo valore considerato normale, si parla di trigliceridi alti o ipertrigliceridemia.
In generale i livelli normali dovrebbero essere inferiori a 150 milligrammi per decilitro (mg/dL), anche se possono variare leggermente a seconda del laboratorio che esegue l’analisi.
Vediamo quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti dell’ipertrigliceridemia.
Trigliceridi alti: quanto sono frequenti?
I trigliceridi alti sono una condizione piuttosto comune tra i disturbi ematici, con un’incidenza che riguarda gran parte dei Paesi occidentali. Secondo i dati della American Heart Association, negli Stati Uniti oltre un terzo degli individui adulti ha livelli di trigliceridi al di sopra dei valori considerati normali.
L’ipertrigliceridemia è più comune in alcune categorie di popolazione, come le persone obese o in sovrappeso, coloro che hanno una dieta ricca di grassi e carboidrati raffinati, chi beve alcolici in eccesso o non pratica regolarmente attività fisica. Inoltre diverse etnie sembrerebbero essere più a rischio rispetto ad altre, come nel caso degli afroamericani e degli ispanici.
In generale i livelli di trigliceridi alti sono più comuni negli uomini rispetto alle donne, e il rischio di ipertrigliceridemia aumenta con l’età .
Questa condizione è associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, tra cui l’infarto del miocardio e l’ictus.
Trigliceridi alti: quali sono le cause?
I trigliceridi alti nel sangue sono provocati da una combinazione di fattori genetici e ambientali, tra cui:
- Dieta: uno degli elementi che influenzano maggiormente i livelli di questi lipidi nel sangue, in particolare a causa del consumo di cibi ad alto contenuto di grassi saturi e carboidrati raffinati, come snack, fast food, dolci e bevande zuccherate.
- Obesità e sovrappeso: l’accumulo di tessuto adiposo nel corpo può causare un aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue.
- Inattività fisica: l’esercizio fisico regolare può aiutare a ridurre i lipidi nel sangue e aumentare il colesterolo “buono” (HDL), migliorando la salute cardiovascolare in generale.
- Tabagismo: il consumo di tabacco può ridurre il livello di HDL e al contempo aumentare quello dei trigliceridi nel sangue, aggravando così il rischio di malattie cardiovascolari.
- Alcolismo: il consumo eccessivo di alcol può aumentare i livelli lipidici.
L’ipertrigliceridemia può essere ereditaria e quindi presente anche con uno stile di vita sano. In questi casi la condizione è solitamente causata da una mutazione genetica che influisce sulla regolazione dei trigliceridi nel sangue.
Sintomatologia dei trigliceridi alti
L’ipertrigliceridemia solitamente non causa sintomi evidenti, infatti molte persone con trigliceridi alti non sospettano di soffrirne fino a quando non vengono rilevati da un esame del sangue di routine.
Tuttavia quando i livelli sono estremamente elevati, possono verificarsi alcuni sintomi come:
- Xantomi: sono depositi di grasso giallastro che si formano sulla pelle intorno agli occhi, sulle dita di mani o piedi, sui gomiti o sulle ginocchia.
- Pancreatite: un’infiammazione del pancreas che può causare febbre, dolore addominale intenso, nausea e vomito.
I trigliceridi alti possono aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’aterosclerosi.
Diagnosi di trigliceridi alti
La diagnosi di ipertrigliceridemia viene ricavata da analisi di routine e verte principalmente sul risultato degli esami del sangue. È raro, infatti, che il paziente si renda conto di avere livelli di trigliceridi alti, a meno che non siano estremamente elevati.
Tuttavia, qualora si abbia il sospetto di essere affetti da questa condizione, o vi sia una conferma da parte di esami diagnostici, è possibile rivolgersi a uno specialista in lipidologia, il quale confermerà la diagnosi e stabilirà un percorso terapeutico adeguato.
Vediamo ora le fasi diagnostiche in caso di ipertrigliceridemia.
Anamnesi
L’anamnesi in caso di trigliceridi alti si concentra sulla raccolta di informazioni riguardo ai sintomi e alla storia clinica e familiare del paziente. Ciò aiuterà il medico a determinare la causa della condizione e a sviluppare un piano di trattamento appropriato.
Durante questa fase il medico chiederà al paziente se questi soffre di condizioni che possono influire sui livelli di trigliceridi, come diabete, ipertensione o malattie cardiovascolari. Inoltre vorrà conoscere eventuali terapie farmacologiche in corso.
Il paziente dovrà riferire informazioni sulla propria storia familiare, in particolare se ci sono stati casi di malattie cardiovascolari o di ipertrigliceridemia. Questo aiuterà a identificare fattori di rischio ereditari.
Infine il medico valuterà lo stile di vita del paziente, come la dieta, l’attività fisica, il consumo di alcolici e tabacco.
Esame obiettivo per l'ipertrigliceridemia
L’esame obiettivo in caso di trigliceridi alti consiste nella valutazione dei segni e dei sintomi che possono essere associati all’ipertrigliceridemia e sulle eventuali complicanze cardiovascolari correlate.
Il medico eseguirà un controllo completo del paziente, misurando la pressione sanguigna, il battito cardiaco, il peso e la circonferenza addominale. La pressione sanguigna elevata è uno dei fattori di rischio più comuni per le malattie cardiovascolari correlate all’ipertrigliceridemia.
Lo specialista valuterà anche la presenza di eventuali xantomi, i depositi di grasso tipici dei livelli di trigliceridi alti.
Verranno quindi individuate eventuali complicanze cardiovascolari correlate all’ipertrigliceridemia, come malattie coronariche, malattie cerebrovascolari o arteriopatia periferica.
Infine il medico può anche eseguire un esame della retina per valutare problemi vascolari associati a un eccesso di trigliceridi.
Esami di laboratorio per l'ipertrigliceridemia
Gli esami di laboratorio sono lo strumento diagnostico principale per misurare i livelli di trigliceridi nel sangue e valutare il rischio di malattie cardiovascolari correlate.
I principali sono:
- Esame del sangue completo: include una misurazione dei livelli di trigliceridi nel sangue, così come altri indicatori della salute cardiovascolare.
- Profilo lipidico: misura i livelli di colesterolo totale, colesterolo HDL (ad alta densità ), colesterolo LDL (a bassa densità ) e trigliceridi. È utile per valutare il rischio di malattie cardiovascolari e per monitorare l’efficacia del trattamento.
- Test di tolleranza al glucosio: utilizzato per valutare il rischio di diabete mellito. Durante il test il paziente beve una soluzione contenente una quantità misurata di glucosio, così che il medico possa misurare i livelli di zucchero nel sangue prima e dopo il consumo della soluzione.
- Ecocardiogramma: utilizza ultrasuoni per identificare eventuali anomalie cardiache che possono essere correlate all’ipertrigliceridemia.
- Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (MRI): esami di imaging che possono rilevare la presenza di placche aterosclerotiche nelle arterie, una complicanza cardiovascolare comune dell’ipertrigliceridemia.
- Altri esami: il medico può richiedere ulteriori esami diagnostici in base alla storia medica del paziente e alla sua anamnesi, come ad esempio l’ecocardiogramma sotto sforzo o la valutazione delle funzioni epatiche.
Diagnosi differenziale per i trigliceridi alti
La diagnosi differenziale in caso di trigliceridi alti si concentra sull’individuazione delle possibili cause del disturbo e sulla distinzione tra l’ipertrigliceridemia primaria (ovvero non causata da una patologia sottostante) e quella secondaria.
La forma primaria si verifica quando i livelli di trigliceridi sono elevati a causa di fattori ereditari, mentre quella secondaria sussiste quando l’ipertrigliceridemia è causata da altri fattori, come la dieta, l’obesità , l’attività fisica insufficiente e altro.
Per una diagnosi differenziale esaustiva il medico può richiedere ulteriori esami diagnostici per identificare eventuali cause sottostanti, come la misurazione dei livelli di glicemia per escludere il diabete mellito o la valutazione della funzionalità tiroidea per escludere l’ipotiroidismo.
È importante anche considerare eventuali farmaci che possono aumentare i livelli di trigliceridi nel sangue, come quelli per il trattamento dell’HIV, i diuretici e i corticosteroidi.
Trattamento dei trigliceridi alti
È possibile gestire i livelli di trigliceridi nel sangue con diversi trattamenti, che variano a seconda delle cause sottostanti all’ipertrigliceridemia e del rischio di malattie cardiovascolari associate.
Di seguito sono riportati i più comuni.
Cambiamenti nello stile di vita
I cambiamenti nello stile di vita possono essere un trattamento efficace per ridurre i livelli elevati di trigliceridi nel sangue e prevenire le malattie cardiovascolari.
Si concentrano su alcuni aspetti fondamentali, tra cui:
- Dieta: una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per gestire l’ipertrigliceridemia. Dovrebbe sempre avere un basso quantitativo di grassi saturi, zuccheri raffinati e alcol, d’altro canto dovrebbe essere ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e proteine magre come pollo, pesce e tofu.
- Attività fisica: l’aumento dell’attività fisica può aiutare a ridurre i livelli di trigliceridi alti nel sangue e a migliorare la salute cardiovascolare in generale. Si consiglia di esercitarsi almeno 30 minuti al giorno, almeno cinque giorni a settimana.
- Perdita di peso: riduce i livelli di trigliceridi nel sangue, soprattutto se correlati all’obesità .
- Limitazione dell’alcol: l’alcol può aumentare i livelli di trigliceridi nel sangue, soprattutto se consumato in quantità eccessive.
- Smettere di fumare: il fumo di tabacco provoca un aumento dei trigliceridi nel sangue, aggravando il rischio di malattie cardiovascolari.
Terapia farmacologica per l'ipertrigliceridemia
Esistono diversi farmaci disponibili per il trattamento dell’ipertrigliceridemia primaria che possono essere utilizzati singolarmente o in combinazione per ridurre i livelli di trigliceridi alti nel sangue.
I più comunemente utilizzati sono:
- Fibrati: agiscono sulle lipoproteine ad alta densità (HDL, il cosiddetto “colesterolo buono”) e sulle lipoproteine a bassa densità (LDL), aumentando il livello dei primi e riducendo quello dei secondi nel sangue. Alcuni esempi di fibrati sono il fenofibrato e il gemfibrozil.
- Statine: agiscono sulle lipoproteine a bassa densità (LDL) riducendone i livelli nel sangue. Alcuni esempi di statine sono la simvastatina e l’atorvastatina.
- Sequestranti degli acidi biliari: agiscono sul metabolismo degli acidi biliari nel fegato, riducendo i livelli di trigliceridi nel sangue e aumentando i livelli di HDL. Alcuni esempi di sequestranti degli acidi biliari sono il colestiramina e il colesevelam.
- Farmaci contenenti Omega-3: possono aiutare a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. Alcuni esempi sono l’acido icosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA).
- Niacina: una vitamina B che può aiutare a ridurre i trigliceridi, aumentando i livelli di HDL nel sangue. Tuttavia può causare effetti collaterali come arrossamento della pelle, prurito e vampate di calore.
Trattamento delle condizioni mediche correlate
Il trattamento delle condizioni mediche correlate è fondamentale in caso di ipertrigliceridemia secondaria.
Ad esempio, se l’ipertrigliceridemia è causata dal diabete mellito, è necessario tenere sotto controllo i livelli della glicemia per evitare un aumento dei trigliceridi. Se invece è causata dall’ipotiroidismo, si raccomanda di seguire un trattamento con ormone tiroideo.
Gestione delle complicanze cardiovascolari
La gestione delle complicanze cardiovascolari è un aspetto importante del trattamento dell’ipertrigliceridemia, soprattutto se il paziente presenta già complicanze come l’aterosclerosi o la malattia coronarica.
In questo caso è prevista una combinazione di cambiamenti dello stile di vita, farmaci e altre terapie specifiche:
- Cambiamenti dello stile di vita: tra questi una dieta sana, l’aumento dell’attività fisica, la perdita di peso e la limitazione dell’alcol e del fumo.
- Farmaci: possono aiutare a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari come l’infarto miocardico o l’ictus, soprattutto gli antipertensivi.
- Terapie specifiche: ad esempio, se la persona presenta un coagulo di sangue nelle arterie coronarie, può essere necessario un intervento di angioplastica coronarica o bypass coronarico per ripristinare il flusso di sangue al cuore.
- Monitoraggio regolare: è fondamentale che le persone con ipertrigliceridemia e complicanze cardiovascolari siano controllate regolarmente dal loro medico. Questo può includere il monitoraggio dei livelli di trigliceridi nel sangue, della pressione sanguigna, dei livelli di zucchero e del colesterolo.
Chirurgia per l'ipertrigliceridemia
La chirurgia non è un trattamento comune in caso di trigliceridi alti, ma può essere presa in considerazione in situazioni critiche.
Vi si può ricorrere, ad esempio, quando l’ipertrigliceridemia è associata ad una pancreatite acuta, una grave infiammazione del pancreas. L’intervento consiste nella rimozione del tessuto pancreatico danneggiato, così da prevenire future complicazioni.
Inoltre, in caso di ipertrigliceridemia familiare grave, si può ricorrere alla rimozione del plasma del paziente e la sostituzione con uno normale.
Conclusioni
L’ipertrigliceridemia indica una condizione in cui nel sangue sono presenti livelli di trigliceridi alti, a causa di fattori come la dieta, l’inattività fisica, il tabagismo e caratteristiche genetiche.
Normalmente questa condizione non provoca sintomi evidenti, eccetto in casi rari. Viene infatti diagnosticata tramite esami di controllo generici, soprattutto di tipo ematico.
Tuttavia, se non trattata nelle giuste tempistiche, l’ipertrigliceridemia può comportare problemi cardiovascolari e pancreatite, che possono richiedere un intervento chirurgico.
Per evitare un innalzamento dei livelli di trigliceridi nel sangue, nella maggior parte dei casi è sufficiente seguire uno stile di vita sano, che contempli una dieta equilibrata, attività fisica regolare e controlli periodici.