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In questo recente studio si è voluta comparare l’efficacia dell’eparina a basso peso molecolare (EBPM) con quella dell’aspirina nelle strategie di tromboprofilassi dopo una frattura.
Tromboprofilassi e frattura
Negli ultimi anni, una media di 450 milioni di persone ha sperimentato i sintomi acuti e cronici conseguenti a una frattura ossea, che si manifesta tipicamente nelle fasce di età più avanzate.
Le fratture più comunemente riscontrate sono a carico delle ossa dell’arto inferiore (specie di tibia e perone) e possono portare a diverse complicanze, tra cui una delle più temibili è il tromboembolismo venoso (TEV). [1]
Il tromboembolismo venoso consiste nella contemporanea presenza di trombosi venosa profonda degli arti inferiori ed embolia polmonare: se non trattata può evolversi rapidamente nella morte del paziente.
Per scongiurare il TEV, le linee guida internazionali raccomandano di effettuare una tromboprofilassi dopo un episodio di frattura, proprio per ridurre il rischio di sviluppo di trombi venosi che possono muoversi nel torrente circolatorio.
Attualmente sia l’eparina a basso peso molecolare (EBPM) che l’aspirina sono impiegate nelle strategie di tromboprofilassi post-frattura. L’aspirina è generalmente più accettata dai pazienti sia perché viene somministrata per via orale sia perché è meno costosa.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
- Luogo: Stati Uniti.
- Tipo di pazienti: Soggetti maggiorenni che hanno subito una frattura delle estremità, pelvica o acetabolare.
Scopo dello studio: dopo una frattura è maggiormente efficace l'aspirina o l'EBPM per la tromboprofilassi?
Gli autori dello studio hanno tentato di comparare l’efficacia dell’EBPM con quella dell’aspirina nelle strategie di tromboprofilassi post-frattura.
Progettazione e risultati
Lo studio ha incluso nella sperimentazione più di 12.000 pazienti maggiorenni provenienti da vari centri traumatologici, diagnosticati con frattura pelvica, frattura acetabolare o frattura delle estremità del corpo¹.
Questi pazienti sono stati suddivisi in due gruppi di uguale numerosità in base alla tromboprofilassi somministrata:
- il primo gruppo ha ricevuto la somministrazione di 30 mg di EBPM (enoxaparina) due volte al giorno;
- il secondo gruppo ha invece ricevuto la somministrazione di 81 mg di aspirina due volte al giorno.
La sperimentazione sui due gruppi di pazienti ha messo in luce che:
- la morte del paziente si è verificata nello 0,78% del gruppo aspirina e nello 0,73% del gruppo EBPM;
- la trombosi venosa profonda (TVP) si è verificata nel 2,51% dei pazienti del gruppo aspirina e nell’1,71% dei pazienti del gruppo EBPM;
- la manifestazione di altri eventi avversi gravi, come l’embolia polmonare, è stata sovrapponibile nei due gruppi.
Conclusioni
La tromboprofilassi a base di aspirina nei pazienti che hanno riportato fratture delle estremità del corpo, pelviche o acetabolari ha prodotto un’efficacia non superiore rispetto a quella eseguita con eparina a basso peso molecolare (EBPM).
Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Major Extremity Trauma Research Consortium (METRC). Aspirin or low-molecular-weight heparin for thromboprophylaxis after a fracture. New England Journal of Medicine. 2023;388(3):203–13.
[1] Wu A-M, Bisignano C, James SL, Abady GG et al. Global, regional, and national burden of bone fractures in 204 countries and territories, 1990–2019: A systematic analysis from the global burden of disease study 2019. The Lancet Healthy Longevity. 2021;2(9).
Nota 1. Gli autori hanno escluso le fratture della mano e le fratture del piede dalla sperimentazione.