Trattamento sanitario obbligatorio
Come mai è nato il trattamento sanitario obbligatorio? Storia del provvedimento
Prima del 1978 in Italia erano presenti i manicomi, ospedali specifici in cui si eseguiva in modo coatto il trattamento dei soggetti con problemi psichici. Nel 1978 la cosiddetta “legge Basaglia” (1) determinava la chiusura dei manicomi e prevedeva delle alternative per la cura dei soggetti con problemi psichici. Il trattamento sanitario obbligatorio è una di queste. Il TSO veniva successivamente delineato nella legge 883/1978 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale.
Cos’è il trattamento sanitario obbligatorio
Presupposti per un trattamento sanitario obbligatorio
- un’alterazione di natura psichica del soggetto, che determini un pericolo per sè o per gli altri, per la quale è necessario procedere con urgenti interventi terapeutici;
- il rifiuto degli interventi proposti da parte del soggetto;
- l’impossibilità di aiuti extraospedalieri per il soggetto.
Queste tre condizioni devono essere certificate da due medici diversi, per la massima tutela dei diritti dell’individuo e per evitare possibili abusi del provvedimento.
Trattamento sanitario obbligatorio, come funziona
TSO: l’ordinanza del sindaco
La legge individua il Sindaco come pubblico ufficiale che dispone il provvedimento (3), su proposta motivata di un medico, con il quale il soggetto è trasferito in modo coatto presso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC). Il provvedimento ha una durata di 7 giorni.
Nella pratica il TSO viene richiesto dal medico del servizio di Urgenza/Emergenza (SUEM), dallo psichiatra oppure dal medico di base. Il sindaco recepisce la richiesta ed entro 48 ore dalla stessa deve disporre l’accompagnamento coatto del paziente presso un reparto di Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura da parte dei vigili urbani. Perchè proprio i vigili urbani e non la polizia? Perchè si tratta del servizio di polizia a disposizione del sindaco.
TSO: il trattamento e la degenza ospedaliera
Resta sempre fermo il diritto dell’infermo di comunicare con chiunque ritenga opportuno.
TSO: il ricorso
E’ possibile inoltrare un ricorso al trattamento sanitario obbligatorio, cioè contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare, presso il tribunale competente.
Può presentare il ricorso in tribunale chi è sottoposto a TSO e chiunque vi abbia interesse, tramite raccomandata con avviso di ricevimento.
Una volta presentato il ricorso, si svolge un’udienza in tribunale per valutare l’opportunità o meno di sospendere il trattamento.
Dott. Marco De Nardin, anestesista
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Note:
- (1) ci si riferisce alla Legge 180/1978 definita “Legge Basaglia”) e alla sua regolamentazione da parte della legge 883/1978, negli articoli da 33 a 35 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1978/12/28/078U0833/sg
- (2) Costituzione, articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. https://ms-mms.hubscuola.it/public/3266278/cdi-3270689/costituzione_italiana_commentata/costituzione_italiana_commentata/articoli/art32.html - (3) Si tratta del sindaco del comune di residenza del soggetto