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Tubercolosi

La tubercolosi, spesso anche abbreviata in TB, è una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis. Colpisce principalmente i polmoni, ma può anche interessare altri organi del corpo, come il cervello, i reni o le ossa.

Vediamo nel dettaglio le sue caratteristiche, come si manifesta e i trattamenti previsti.

 

Epidemiologia della tubercolosi

La tubercolosi è una malattia diffusa in tutto il mondo, ma la sua incidenza varia significativamente tra i diversi paesi. Nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato una proporzione di 133 casi di TB per 100.000 persone, elencandola tra le malattie infettive più diffuse al mondo.

I Paesi con la più alta diffusione di tubercolosi sono l’Africa e l’Asia, dove India e Cina si caratterizzano per il maggior numero di casi. La malattia è particolarmente prevalente tra le persone che vivono in condizioni di povertà e in paesi con sistemi sanitari deboli.

La TB può colpire chiunque, ma ci sono alcuni fattori di rischio che aumentano la possibilità di contrarre la malattia, tra cui il contatto con una persona infetta, vivere o lavorare in luoghi sovraffollati o in condizioni igieniche precarie e avere un sistema immunitario compromesso, come nel caso di pazienti con HIV o altre malattie croniche.

 

Eziologia della tubercolosi

La tubercolosi è causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis, che si diffonde attraverso l’aria quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla, per essere poi inalato da un’altra persona. Una volta che i batteri della tubercolosi entrano nel corpo, possono causare un’infezione primaria nei polmoni o diffondersi ad altri organi.

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Il sistema immunitario è in grado di riconoscere e distruggere questi batteri, ma talvolta essi rimangono latenti e inattivi nel corpo senza causare disturbi. Tuttavia in alcune circostanze il batterio può attivarsi e causare sintomi, ad esempio in caso di sistema immunitario compromesso.

Il Mycobacterium tuberculosis è un batterio unico con una parete cellulare molto resistente, composta da lipidi complessi. Questa parete è in grado di proteggere il batterio non soltanto dalla fagocitosi (il processo in cui le cellule immunitarie inglobano e distruggono i batteri), ma anche dai farmaci.

La tubercolosi infatti è nota per la sua capacità di sviluppare resistenza ai farmaci, che si origina quando i batteri sopravvivono all’esposizione ai trattamenti anti-TB e quindi si moltiplicano.

 

Sintomatologia della tubercolosi

La sintomatologia della tubercolosi può variare a seconda della parte del corpo interessata dalla malattia. I sintomi più comuni includono:

  • Tosse: è spesso associata a produzione di muco o pus dalle vie respiratorie e può essere secca o produttiva. In alcuni casi è accompagnata da dolore toracico.
  • Febbre: può essere bassa o elevata e può persistere per diverse settimane. Spesso è accompagnata da sudorazione notturna.
  • Perdita di peso: normalmente associata a una diminuzione dell’appetito.
  • Affaticamento: si avverte un senso di debolezza generale e affanno.

In alcuni casi gravi di tubercolosi può anche manifestarsi una tosse con sangue, nota come emottisi.

Se la TB si diffonde ad altre parti del corpo, possono verificarsi sintomi specifici, come mal di testa, confusione, crampi addominali, dolori articolari o diarrea.

Tuttavia molti pazienti possono essere asintomatici o avere solo sintomi lievi, specialmente nei casi di TB latente.

 

Diagnosi di tubercolosi

Per una diagnosi accurata e approfondita della tubercolosi è opportuno svolgere una visita pneumologica, durante la quale verranno eseguiti opportuni esami per confermare i sospetti di infezione.

Anamnesi

L’anamnesi è un’importante fase della valutazione e comprende una serie di domande rivolte al paziente per raccogliere informazioni sulla sua condizione clinica. I principali aspetti che vengono presi in considerazione sono:

  • Sintomi: il paziente dovrà descrivere i sintomi che sta sperimentando, come tosse persistente, febbre, sudorazione notturna e altro.
  • Esposizione: dovrà riferire se ha avuto contatti con persone infette da TB, o se ha viaggiato in paesi dove la TB è endemica.
  • Storia medica: il medico chiederà al paziente se ha mai avuto la tubercolosi o se ha altre malattie che potrebbero aumentare il rischio di svilupparla. Chiederà inoltre se altri membri della famiglia hanno avuto questa malattia in passato.
  • Test TB precedenti: il paziente dovrà fornire informazioni su eventuali test per la TB già svolti, e in caso affermativo quali sono stati i risultati.
  • Fattori di rischio: saranno valutati possibili fattori di rischio per la TB, come la malnutrizione, l’HIV o altre malattie croniche.
  • Vaccinazione: il paziente dovrà rendere noto se ha mai ricevuto il vaccino antitubercolare.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo per la tubercolosi può variare a seconda della parte del corpo interessata dalla malattia:

  • Torace: un esame al torace può essere utile per cercare segni di infezione polmonare come respiro sibilante, crepitii o presenza di versamento pleurico.
  • Gola: per individuare segni di infezione, come placche o arrossamenti.
  • Organi addominali: per identificare di segni di ingrossamento dei linfonodi o di organi infiammati.
  • Cute: per rilevare lesioni o ulcere.
  • Occhi: alla ricerca di segni di infiammazione o secrezioni.

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio per la tubercolosi sono utilizzati per confermare la diagnosi e per monitorare l’efficacia del trattamento. Alcuni dei più utilizzati sono:

  • Colture batteriche: il metodo più affidabile per diagnosticare la TB. Durante questo test il campione biologico, solitamente espettorato o prelevato da una lesione, viene coltivato in laboratorio per diversi giorni. Se il batterio Mycobacterium tuberculosis è presente nel campione, crescerà nelle colture e potrà essere identificato.
  • Microscopia: rileva la presenza del batterio nei campioni biologici, che vengono trattati con una soluzione di colorante acido-resistente e quindi osservati al microscopio.
  • Test molecolare: test come la PCR (Polymerase Chain Reaction) sono utilizzati per amplificare e identificare il DNA del batterio Mycobacterium tuberculosis nei campioni biologici. Questi test sono molto sensibili e specifici, ma possono richiedere un’attrezzatura di laboratorio specializzata.
  • Test immunologici: sono utilizzati per rilevare la presenza di cellule immunitarie specifiche che rispondono al batterio, come nel caso del test IGRA (Interferon Gamma Release Assay).

Esami di laboratorio

Gli esami strumentali per la tubercolosi servono a valutare l’estensione della malattia, e sono:

  • Radiografia del torace: per produrre immagini dei polmoni e delle strutture toraciche. Individua eventuali lesioni polmonari tipiche della TB, come infiltrati, cavitazioni o ingrossamento dei linfonodi.
  • Tomografia computerizzata (TC): per valutare l’estensione della malattia a polmoni, fegato o reni.
  • Ecografia: per individuare l’eventuale diffusione della malattia al fegato o ai linfonodi.
  • Endoscopia: per controllare che l’infezione non abbia compromesso le vie respiratorie, il tratto gastrointestinale o le vie urinarie.
  • Biopsia: viene prelevato un campione di tessuto da una lesione sospetta per l’analisi al microscopio.

 

Diagnosi differenziale per la tubercolosi

La diagnosi differenziale per la tubercolosi è fondamentale per escludere patologie che presentano sintomi simili. Alcune delle principali sono:

  • Polmonite: un’infiammazione dei polmoni che può causare tosse, febbre e sudorazione notturna.
  • Bronchite: un’infiammazione delle vie respiratorie che si manifesta con tosse e febbre.
  • Cancro ai polmoni: può causare sintomi simili a quelli della TB, come la tosse e la perdita di peso.
  • Malattie autoimmuni: come la sarcoidosi o il lupus eritematoso sistemico; sono associate a febbre, tosse e affaticamento.
  • Malattie gastro-intestinali: come la malattia infiammatoria intestinale o la tubercolosi addominale, possono causare diarrea e dolore addominale.

 

Trattamento per la tubercolosi

Esistono diverse terapie per la tubercolosi, che variano a seconda della forma e della gravità della malattia.

Terapia antibiotica

La terapia antibiotica è il trattamento principale per la TB e prevede l’utilizzo di antibiotici specifici che uccidono il batterio responsabile dell’infezione. Spesso vengono impiegati più antibiotici in combinazione per prevenire la resistenza ai farmaci e garantire una maggiore efficacia del trattamento.

La terapia è personalizzata in base alla forma e alla gravità della malattia, nonché alla storia clinica del paziente: può durare da sei a nove mesi, o anche di più nei casi più gravi. Durante il trattamento antibiotico il paziente deve assumere i farmaci regolarmente e secondo le istruzioni del medico, anche se i sintomi possono migliorare o scomparire. Non seguire correttamente le indicazioni può portare a una resistenza ai farmaci e alla recrudescenza della malattia.

Gli antibiotici più utilizzati per la tubercolosi includono:

  • rifampicina
  • isoniazide
  • pirazinamide
  • etambutolo.

Ogni antibiotico ha un meccanismo d’azione specifico e può avere effetti collaterali. Ad esempio la rifampicina può causare disturbi gastrointestinali, colorazione arancione delle urine e dell’occhio, mentre l’isoniazide può causare neuropatia periferica e danni al fegato.

Chirurgia

In alcuni casi può essere necessario un intervento chirurgico, quando la terapia antibiotica si dimostra inefficace o subentrano complicanze come emottisi, presenza di caverne polmonari (vuoti nei tessuti polmonare causati dalla necrosi degli stessi) o formazione di ascessi polmonari.

L’intervento viene eseguito per rimuovere le lesioni tubercolari o per prevenire il diffondersi della malattia. Esistono diverse procedure, ma la più comune è la resezione polmonare, che prevede la rimozione della parte danneggiata del polmone. L’operazione viene eseguita solo se la tubercolosi è localizzata in una specifica area dell’organo e se il paziente è sufficientemente sano per resistere alla chirurgia.

Altri tipi di interventi chirurgici per la TB sono la toracotomia e la toracoscopia.

Trattamento di supporto

In alcuni casi può essere necessario fornire un trattamento di supporto per alleviare i sintomi della tubercolosi e migliorare la qualità di vita del paziente durante la terapia.

Può includere l’assunzione di farmaci per febbre, tosse o dolore.

Inoltre il paziente dovrà seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti per facilitare il ripristino della propria salute e la capacità di resistere alla malattia. Sarà necessario anche evitare fumo e alcol, poiché queste sostanze possono aggravare i sintomi e interferire con il trattamento antibiotico.

Prevenzione della tubercolosi

La prevenzione della tubercolosi è un aspetto fondamentale per ridurre la diffusione della malattia, e può essere facilmente realizzata grazie a semplici comportamenti responsabili.

La prevenzione primaria prevede l’utilizzo del vaccino BCG (Bacillo di Calmette-Guérin) da somministrare ai neonati. È efficace nel prevenire le forme gravi di TB nei bambini, ma non è in grado di prevenire completamente la malattia negli adulti.

Un’altra misura di prevenzione è l’identificazione e il trattamento tempestivo delle persone infette dal batterio in stato inattivo. Ciò può impedire la diffusione della malattia e ridurre il rischio di sviluppare la forma attiva.

Si può prevenire la diffusione anche attraverso misure di igiene e controllo delle infezioni lavando regolarmente le mani, coprendo la bocca quando si tossisce e mantenendo le aree comuni pulite e ventilate.

Inoltre è fondamentale che le persone a rischio di contagio siano consapevoli dei sintomi della malattia e si sottopongano a controlli regolari, specialmente se hanno avuto contatti con persone infette o vivono in aree ad alto rischio.

 

Tubercolosi: informazioni da ricordare

La tubercolosi è un’infezione causata da un batterio che attacca soprattutto i polmoni e può rimanere inattivo e latente nel nostro corpo per diverso tempo.

Nel caso in cui non venga contrastato tempestivamente, il batterio può attivarsi e dare inizio all’infezione, provocando sintomi gravi come tosse intensa, febbre alta e in alcuni casi anche emottisi.

Le procedure terapeutiche più utilizzate prevedono l’uso di antibiotici, e nei casi più gravi l’intervento chirurgico, come la resezione polmonare.

Si tratta di una malattia ancora oggi piuttosto diffusa che richiede attenzione e impegno costante nella cura. Tuttavia grazie ai progressi nella diagnosi, nel trattamento e nella prevenzione, è possibile ridurne la diffusione e limitare i danni agli organi colpiti.