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Tumore della prostata con alto rischio di recidiva: gli aggiornamenti in campo terapeutico

In questo studio è stata verificata l’efficacia di terapie ormonali per i pazienti curati dal tumore alla prostata che presentano un alto rischio di recidiva.

Tumore della prostata e rischio di recidiva

Il cancro della prostata è la forma di neoplasia maligna più frequente nel sesso maschile a livello mondiale, e in alcuni Paesi è così comune da rappresentare il tipo di cancro che viene diagnosticato più spesso, più del carcinoma mammario e di quello polmonare.

Alcuni fattori sono chiamati in causa nel rischio aumentato di acquisire il cancro della prostata, tra i quali gioca un ruolo importante l’età. Infatti l’età avanzata espone gli uomini ad un rischio più alto di sviluppare questa neoplasia, il quale si incrementa in presenza di altri fattori come l’obesità, la storia familiare positiva e l’etnia di appartenenza.

Fortunatamente il tumore della prostata, a differenza di altri tipi di neoplasia maligna, tende globalmente ad accrescersi lentamente, mostrando solo in un numero minore di casi un comportamento biologico più aggressivo, con tendenza all’invasività locale.

Sul piano clinico il tumore della prostata non mostra all’esordio sempre dei sintomi, manifestandosi più di frequente in maniera tardiva sotto forma di disuria, stranguria, nicturia e altri LUTS, oltre alla macroematuria. Il test di misurazione del PSA viene adottato come mezzo di screening (anche se in maniera controversa) e per monitorare il rischio di recidiva dopo il trattamento iniziale, il quale è stimato intorno al 20% – 50% dopo 10 anni.

Quando a distanza di pochi mesi dall’intervento terapeutico iniziale (chirurgico o radiochemioterapico) il PSA aumenta in maniera significativa, si ritiene aumentato il rischio di recidiva del tumore e di progressione della malattia. Per tale ragione le ricerche si stanno concentrando sull’adozione di terapie ormonali specifiche¹ in risposta all’aumento del PSA.

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Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
  • Luogo: 17 paesi del mondo.
  • Tipo di pazienti: Adulti già affetti da cancro della prostata con recidiva biochimica della malattia.

 

Scopo dello studio: è possibile prevenire il rischio di recidiva del tumore della prostata?

Gli autori dello studio hanno testato l’efficacia e la sicurezza del farmaco enzalutamide, un agente ormonale anti-recettore degli androgeni, su pazienti diagnosticati e trattati per il cancro della prostata, giudicati ad alto rischio di recidiva dopo innalzamento del PSA nel sangue.

 

Progettazione e risultati

Nello studio sono stati inclusi 1068 soggetti maschi adulti, tutti trattati localmente per il cancro della prostata e accomunati da un raddoppio (o più) del livello di PSA ematico entro 9 mesi dal trattamento iniziale.

Una volta esaurita la fase di selezione, tutti i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi di uguale numerosità:

  • il primo gruppo ha ricevuto la somministrazione combinata di enzalutamide con la leuprolide²;
  • il secondo gruppo ha ottenuto la somministrazione di un placebo insieme alla leuprolide;
  • il terzo gruppo ha ricevuto una monoterapia a base di enzalutamide, somministrata per via orale una volta al giorno.

Dopo un follow-up medio di poco superiore ai 5 anni, sono emerse le seguenti evidenze:

  • il tasso di sopravvivenza libera da metastasi a 5 anni è stato più alto nel gruppo che ha ricevuto il trattamento combinato (87,3%), seguito dal gruppo in monoterapia con enzalutamide (80%) e poi dal gruppo placebo + leuprolide (71,4%);
  • considerando il secondo e il terzo gruppo, i pazienti che hanno assunto solo l’enzalutamide hanno registrato una riduzione del rischio di metastasi o morte di circa il 40% rispetto a chi ha assunto la sola leuprolide (più il placebo).

 

Conclusioni

I pazienti che presentano un rialzo significativo del PSA entro pochi mesi dall’intervento primario effettuato per il cancro alla prostata, sono ad alto rischio di progressione e recidiva della malattia.

In questi casi la somministrazione dell’agente ormonale enzalutamide (eventualmente combinata con la leuprolide) si è dimostrata efficace e sicura nell’aumentare la sopravvivenza libera da metastasi dei pazienti affetti, riducendone il rischio globale di morte.

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Freedland SJ, de Almeida Luz M, De Giorgi U et al. Improved outcomes with enzalutamide in biochemically recurrent prostate cancer. New England Journal of Medicine. 2023;389(16):1453–65.

[1] Leslie SW, Soon-Sutton TL, R I A, et al. Prostate Cancer. [Aggiornato il 13 Novembre 2023]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023.

Nota 1. Chiaramente, nella fattispecie si fa riferimento al cancro della prostata che risulta ormone-sensibile.

Nota 2. La leuprolide è un farmaco ad azione antiandrogena, agonista dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH).