vaccino coronavirus senza sperimentazione

Vaccino per il Coronavirus senza sperimentazione: è una buona idea?

Vaccino per il Coronavirus senza sperimentazione: è una buona idea?

Somministrazione del vaccino per il Coronavirus ancora durante la fase sperimentale

È di queste ore la notizia che l’agenzia europea del farmaco, l’EMA, sarebbe pronta a dare il via libera alla somministrazione del vaccino per il Coronavirus SARS-CoV-2 piuttosto rapidamente (1).

I soggetti identificati per primi sarebbero quelli più a rischio, gli anziani in primis, che potrebbero ricevere le dosi ben prima che sia terminata la fase 3 della sperimentazione, quella che si conduce a decine di migliaia di volontari sani.

La procedura non dovrebbe determinare pericoli per la popolazione dato che ha comunque già superato i test che accertano che non sia tossico per l’organismo (fase 2). Lo si riporta al condizionale, perché per il momento sono esclusi quindi gravi effetti collaterali che possano arrivare ai riceventi da parte del vaccino.

Nel frattempo la Commissione UE sta studiando a tal proposito a chi rimettere le responsabilità relative a questo farmaco. Si vocifera che la responsabilità ricadrebbe per intero sugli Stati fino a che è in corso la sperimentazione, mentre nella fase intermedia passerebbe in parte anche alle aziende produttrici. In fase finale la responsabilità ricadrebbe per intero unicamente sulle aziende.

 

Ma come si comporterà un organismo vaccinato all’arrivo del Coronavirus vivo?

Quello che però rimane ancora inesplorato è come si comporterà il vaccino all’arrivo del virus vivo. Finora se ne sta testando solo l’innocuità e l’efficacia nei modelli animali. Cosa accadrà quando arriverà il Coronavirus, quello vero, in un organismo che ha già ricevuto il vaccino, ovviamente non lo si può sapere con certezza.

Per essere sicuri dell’efficacia occorrerebbe attendere che le persone che hanno ricevuto il vaccino vengano infettate dal Coronavirus e poi si valuti quanti tra loro sviluppino o meno la malattia, e in che grado di gravità, rispetto alla popolazione generale.

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Del resto il vaccino è un farmaco, che va sperimentato, nel suo utilizzo, sul campo, come tutti i farmaci. Non si può avere la certezza di come si comporterà un farmaco nuovo nei confronti di un agente patogeno ancora poco conosciuto. È per questo motivo che di norma per preparare un vaccino sicuro ed efficace, contro malattie note, occorrono vari anni.

 

Un vaccino contro il Covid-19, una malattia ancora sconosciuta

Uno dei maggiori problemi è appunto che si sta sviluppando un vaccino contro una malattia ancora per molti versi sconosciuta. Prima di tutto, non è ancora chiaro se l’immunità nei confronti del virus sia permanente. In questo caso il vaccino risulterebbe del tutto inefficace se non controproducente.

L’altra eventualità potenzialmente più critica potrebbe essere lo sviluppo efficace di anticorpi contro il virus ma non adatti per distruggerlo. Ma potenzialmente in grado di favorirne l’entrata nelle cellule. È una prospettiva che avevamo già evidenziato, circa un mese fa, in un articolo dedicato. Prospettiva che è stata di recente rilanciata da un articolo di alcuni ricercatori italiani (2) e che abbiamo discusso più ampiamente in un approfondimento dedicato al fenomeno dell’ADE.

 

Conclusione

La somministrazione di un vaccino contro il Coronavirus prima del termine di un’adeguata sperimentazione sembra un po’ un azzardo. È come quando una scuderia di formula 1, in crisi di risultati, cerca nuove strade, aerodinamiche o motoristiche, per colmare il gap con gli avversari. È una scommessa, che può essere vinta o persa. In questo caso però la consistenza del problema è davvero rilevante per indurci ad essere prudenti e non precipitosi nell’ansia di trovare una soluzione definitiva.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

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