Il vaiolo è stata una malattia infettiva molto grave e altamente contagiosa che ha provocato numerose pandemie e milioni di morti in tutto il mondo fino alla sua eradicazione.
Grazie alla scienza e alla medicina, infatti, il vaiolo è stato dichiarato debellato nel 1980, dopo una campagna di vaccinazione globale senza precedenti.
In questo articolo esploreremo la storia del vaiolo, la sua natura e le misure preventive adottate per sconfiggerlo.
Cos’era il vaiolo?
Quanto era frequente il vaiolo? Epidemiologia
Sintomatologia del vaiolo
Complicanze
Il vaiolo può portare complicanze persino fatali, con un indice di mortalità che raggiunge il 50% nei casi più gravi. Le più comuni includono:
- polmonite
- encefalite
- cecità, nel caso in cui le pustole intacchino la cornea oculare
- complicanze cutanee (infezioni, ascessi e ulcere)
- infezioni secondarie.
Diagnosi di vaiolo
La diagnosi del vaiolo si basa sull’osservazione dei sintomi tipici della malattia, la cui presenza può essere confermata tramite esami di laboratorio. Il medico può effettuare un esame fisico, raccogliere informazioni sulla storia medica del paziente e in alcuni casi eseguire ulteriori test per escludere altre malattie simili.
Anamnesi
L’anamnesi è la raccolta di informazioni sulla condizione medica del paziente: il medico si informerà sui sintomi che manifesta, eventuali patologie pregresse, stile di vita e storia medica familiare.
Nel caso del vaiolo l’anamnesi può essere utile per individuare eventuali contatti con persone infette e per valutare il rischio di esposizione al virus.
Esame obiettivo
L’esame obiettivo per il vaiolo può includere la valutazione dei sintomi, tra cui la misurazione della temperatura corporea, la localizzazione e l’estensione delle lesioni cutanee, la presenza di linfonodi ingrossati e di eventuali complicanze.
Il medico può esaminare anche gli occhi alla ricerca di eventuali lesioni corneali o congiuntivali che possono portare alla cecità, e in alcuni casi può essere necessario eseguire un’ispezione dell’orofaringe per valutare la presenza di lesioni in bocca o in gola.
Esami strumentali
Gli esami strumentali per la diagnosi di vaiolo possono includere alcuni test di imaging, come la radiografia del torace o la tomografia computerizzata (TC), utili per identificare eventuali complicanze negli organi interni.
Il medico può quindi ricorrere a un esame oftalmologico per valutare le lesioni oculari.
Esami di laboratorio
Gli esami di laboratorio sono fondamentali per la diagnosi del vaiolo. La coltura del virus o il test del DNA del virus sono eseguiti su campioni prelevati dalle lesioni cutanee o dal sangue e confermano la presenza della malattia.
Inoltre il test del sangue può essere utilizzato per rilevare la presenza di anticorpi specifici per il virus del vaiolo.
Diagnosi differenziale del vaiolo
La diagnosi differenziale del vaiolo è importante per escludere altre malattie che possono presentare sintomi simili e che richiedono trattamenti specifici, tra cui:
- varicella
- herpes zoster
- sindrome di Stevens-Johnson
- rosolia
- scarlattina
- meningococcemia.
Trattamento per il vaiolo
Non esiste una terapia specifica per il vaiolo, ma possono essere utilizzati farmaci per alleviare la febbre, il dolore e il prurito delle lesioni cutanee. In caso di complicanze come la polmonite o l’encefalite, può essere necessario ricorrere all’uso di antibiotici o all’assistenza respiratoria.
Terapia farmacologica
Possono essere impiegati diversi farmaci per il trattamento del vaiolo, ma destinati solo ad alleviare i sintomi, in quanto non esiste una terapia farmacologica per il virus.
Tra quelli più utilizzati troviamo:
- antipiretici, come l’acetaminofene o l’ibuprofene, per ridurre la febbre;
- antistaminici per alleviare il prurito delle lesioni cutanee;
- antivirali, come il cidofovir, per evitare la replicazione del virus del vaiolo.
Isolamento
L’isolamento è una misura importante per prevenire la diffusione del vaiolo: poiché il virus è altamente contagioso, il paziente infetto deve essere posto in un ambiente isolato immediatamente dopo la diagnosi, con personale medico e infermieristico addestrato e attrezzature di protezione individuale (maschere, guanti e tute protettive).
L’isolamento deve essere mantenuto fino a quando le lesioni cutanee si sono completamente rimarginate e il virus del vaiolo non è più rilevabile nel sangue.
Prevenzione del vaiolo
La misura preventiva principale del vaiolo è la vaccinazione. Il vaccino antivaioloso è altamente efficace e protegge a lungo termine contro la malattia.
Viene somministrato con un’iniezione sottocutanea in due dosi, con un intervallo di 4-6 settimane.
Generalmente sono soggetti alla vaccinazione i bambini di età inferiore a 12 mesi, ma anche gli adulti che non sono stati vaccinati in precedenza.
Complicanze dovute al vaccino
Il vaccino antivaioloso contiene una forma del virus vivo e attenuato che può causare alcune complicanze. Le più comuni sono le reazioni locali alla vaccinazione, come dolore, gonfiore e arrossamento nella zona di iniezione. Inoltre possono verificarsi febbre, mal di testa e malessere generale.
In rari casi si verificano complicanze più gravi, come l’encefalite vaccinale, che può causare convulsioni e danni neurologici permanenti. A rischio sono le persone con un sistema immunitario compromesso o con allergie ai componenti del vaccino.
Tuttavia rimane uno dei vaccini più efficaci e sicuri mai sviluppati e i benefici della vaccinazione antivaiolosa superano di gran lunga i rischi che comporta contrarre la malattia.
Vaiolo: informazioni da ricordare
Il vaiolo è stato una malattia altamente contagiosa che ha causato numerose pandemie, ma grazie alla vaccinazione di massa è stato totalmente eradicato.
Dal 1980 non esistono casi naturali di vaiolo, ma il rischio di una possibile riemergenza del virus continua a essere una preoccupazione per la sicurezza sanitaria globale.
La diagnosi tempestiva del vaiolo è fondamentale per prevenire la diffusione della malattia e il trattamento prevede principalmente il controllo dei sintomi, l’isolamento, la prevenzione delle complicanze e la vaccinazione antivaiolosa, che rimane il metodo più efficace per prevenire la malattia.